giovedì 21 dicembre 2017

Aldo Sacchetti – ABC DELL’ECOLOGIA


Leggere Aldo Sacchetti oggi è una necessità

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Ho incontrato Aldo Sacchetti agli inizi degli anni ottanta. L’ho ascoltato ad una conferenza da lui tenuta, in qualità di responsabile dell’igiene pubblica della Regione Emilia Romagna, sul tema dell’inquinamento a Cotignola, un piccolo comune vicino a Lugo (Ravenna) impestato di fabbriche inquinanti.

Ero da poco reduce da un incontro fondamentale con Rudolf Bahro, verde tedesco ex dissidente comunista democratico della Germania est. In tempi di marxismo dominante questo Verde, a Milano, ad un incontro promosso dalla Lega per i Diritti dei popoli, della quale facevo parte attiva, aveva evocato un superamento della coscienza di classe per una nuova coscienza di specie di fronte all’incombente problema ambientale ed alla minaccia nucleare militare. Per me è stata come la caduta da cavallo.

Poi, grazie ad un operaio di Petralia Sottana, Pasquale Farinella, che lavorava in una fonderia proprio a Cotignola, che faceva parte del nostro gruppo della Lega per i diritti dei popoli e che aveva un fratello emigrato a Berlino, siamo riusciti a procurarci il programma dei Verdi di Berlino, a farlo tradurre da una studentessa di lingue ed a stampare il primo volantino dei Verdi di Lugo. Che poi hanno presentato la lista Verde alternativa, simbolo sole che ride che mostra la lingua, nel 1981 alle elezioni comunali ottenendo circa il due per cento e senza eleggere nessuno, ma creando un gruppo attivo ed entusiasta.

Quella sera, ascoltando Aldo Sacchetti ho percepito una profondità di pensiero ed una sintonia di intenzioni.

Aldo Sacchetti, medico igienista, già funzionario direttivo del ministero della sanità, si era trasferito a Bologna proprio per partecipare alla nuova stagione delle Regioni, come governo innovativo del territorio.

Suo il coordinamento del primo Studio globale sull’inquinamento del territorio regionale, Regione Emilia Romagna, del 1974, il primo in Italia.

Nel 1981 aveva vinto il premio “Firenze Ecologia” con il suo libro: Sviluppo o salute: la vera alternativa, Bologna, Patron editore.

Contattato alla fine della conferenza per invitarlo a tenere una lezione alla costituenda Università Popolare di Romagna (Università Verde), Aldo dopo una iniziale titubanza e diffidenza ha accettato.

Impossibile dimenticare che alla prima lezione dell’Università Verde, tenuta da Enrico Falqui, si iscrissero ben quattrocento persone paganti.


La lezione di Aldo, riportata poi nel volume ABC dell’ecologia che ha raccolto le dispense di tutte le lezioni del primo anno, qualche sabato dopo, fu un trionfo. Una raffica di domande ed una processione, con le domande che continuavano, per riaccompagnarlo al treno per Bologna.

Da questo momento inizia una collaborazione stretta che si manifesta anche negli articoli che Aldo scrive per la rivista La Malalingua, un periodico venduto per abbonamento e poi anche nelle edicole della Romagna, che ha segnato l’elaborazione politica dei Verdi nascenti.

Nel 1985 pubblica con Feltrinelli L’uomo anti biologico, riconciliare società e natura riedito poi nel 1990 e nel 1997 da Feltrinelli, quindi da Arianna editrice.

Il libro, con una magistrale prefazione di Laura Conti, medico come Aldo, partendo dalla incredibile esperienza sul campo della epidemiologia si collega alle elaborazioni scientifiche più avanzate. Gregory Bateson, Prigogine, Georgescu Roegen… Un testo ancora oggi imprescindibile per una visione ecologista integrale. Un testo anti sviluppista ed anti industrialista, oggi più che mai attuale.

Ed anche il suo auspicio che il socialismo si liberi dal produttivismo industrialista e che il cristianesimo si rifondi su un animo francescano trovano oggi una stupefacente attualità. L’enciclica Laudato si’ è un passo verso la direzione auspicata da Aldo mentre la crisi del socialismo produttivista non ha trovato finora uno sbocco ecologista.

Il fatto che sia proprio Aldo Sacchetti con la sua relazione, dal titolo L’incompatibilità biologica dello sviluppo industriale, fondamento scientifico del movimento ecologista, riportata nel libro ABC dell’ecologia, ad aprire il primo convegno nazionale dei Verdi a Pescara (19 settembre 1986) la dice lunga sul suo peso culturale nei Verdi nascenti.

Sacchetti infatti, dopo l’exploit all’Università Verde di Lugo, viene invitato nelle varie università verdi italiane. Che nascono come funghi da Bologna a Pescara, da Milano a Foggia…

Una stagione di elaborazione culturale originale non subalterna né al comitato scientifico di allora di Legambiente, né tantomeno alla elaborazione del PCI che nel Cervia Ambiente poteva permettersi di invitare Barry Commoner, fino alla sua condanna degli inceneritori che lo escluse definitivamente dal giro.

Aldo Sacchetti seguì con entusiasmo i risultati delle prime liste verdi nel 1985. Rifiutò la candidatura dei Verdi al Parlamento alle elezioni del 1987, impegnandosi però perfino con un comizio in piazza Maggiore a Bologna. Il mio compito, sosteneva, è scientifico e culturale. Partecipò attivamente al referendum antinucleare del 1987.

Dai suoi studi sulla pericolosità dei pesticidi anche come sommatoria di residui singolarmente entro i limiti di legge, nasce l’idea e poi la proposta lanciata dai Verdi di un referendum contro i pesticidi. Le tesi di Rachel Carson nel suo testo famoso Primavera Silenziosa, trovano, grazie alla elaborazione scientifica di Aldo Sacchetti ed all’azione politica dei Verdi Italiani una importante applicazione operativa.

Anche Cesare Maltoni, Giorgio Celli ed alcuni Oncologi dello IOR (Istituto Oncologico Romagnolo) come Dino Amadori ed Alberto Ravaioli, parteciparono attivamente a quella campagna.

Il referendum fu, purtroppo , abbinato a quello contro la caccia. I cacciatori, allora numerosi ed organizzati, boicottarono il referendum che nel 1989 non raggiunse il quorum, anche se 18 milioni di italiani votarono per abolire i pesticidi.

Aldo correggeva personalmente le bozze dei suoi articoli su La Malalingua. A volte mi piombava a casa a Lugo, da Bologna, per correggere un suo pezzo.

Mi ricordo in particolare un dibattito sulla natura della scienza e sull’ecologia, organizzato a Bologna, nell’aula “Ciamician” di Chimica, dall’università Verde. Aldo Sacchetti dialogava con Cesare Maltoni. Aula stracolma, livello altissimo.

Aldo ha poi seguito con partecipazione e quindi con simpatia l’evolversi dei Verdi ed ha sofferto le involuzioni e gli errori. Ma non ha mai mancato di farci avere la sua comprensione, anche per gli inevitabili compromessi. Quante volte mi sono recato a casa sua a chiedere consigli e lumi.

Purtroppo con il venir meno delle università verdi, negli anni novanta, la sua elaborazione culturale non ha avuto la diffusione che meritava. L’ecologismo italiano ha subito una egemonia culturale più scontata e banale e compatibile come quella di Legambiente. E i mancati risultati si sono visti.

Riscoprire oggi il pensiero di Aldo Sacchetti diventa vitale per poter affrontare i problemi di oggi.

Se penso che oggi a Bologna manca perfino il registro tumori, dopo la morte di cesare Maltoni, e che non esistono studi epidemiologici sulle malattie da inquinamento, mi viene da pensare che stiamo assistendo ad una pericolosa involuzione della scienza e della politica.

Ma è soprattutto di fronte al rigurgito reazionario di uno scientismo neo positivistico, che oggi imperversa sui mezzi di comunicazione e che condiziona pesantemente anche le scelte politiche, che serve un pensiero scientifico aperto ed aggiornato come quello di Aldo Sacchetti.

Un pensiero complesso ed olistico, lontano anche da tante piccole semplificazioni fai da te, che oggi purtroppo riempiono un vuoto del pensiero ecologista.

Per questo ritengo assai meritoria l’opera della Fondazione Micheletti di Brescia, che ha raccolto nel suo prestigioso archivio i numerosi testi scritti da Aldo Sacchetti su riviste scientifiche e culturali, e che gli ha dedicato un convegno specifico, riconoscendo l’importanza e l’originalità del pensiero di Aldo Sacchetti nel panorama, oggi grigio, del pensiero ecologista italiano.

Importante poi l’opera dell’infaticabile Alberto Frattini che con il sito della sua Accademia Funzione Naturale Umana. mette il rete i testi di Aldo Sacchetti. Così come diventa oggi fondamentale ristampare i libri di Aldo Sacchetti, e perché no, raccogliere i suoi testi inediti o sparsi su riviste oggi introvabili, per metterli a disposizione di chi non si accontenta dei cibi precotti che passa il convento.

Paolo Galletti


 


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