lunedì 2 settembre 2019

Perché i Verdi?

di Dino Tartagni

Quando P. Galletti mi ha proposto di essere disponibile quale candidato al Consiglio comunale di Lugo, subito ho pensato: “Ma chi me lo fa fare. Alla soglia dei 70 anni fatti i cavoli tuoi”. Le motivazioni, per cui ho detto sì, non sono state quelle di riprendere una carriera politica, ma varie e di altro genere.

a) In un contesto socio-politico sempre più alla deriva e destrutturato, come cittadini e come persone dobbiamo ridare vigore alla responsabilità personale di contrastare situazioni conservative ed opache, fiancheggiate da una classe politica cinica nell’uso di linguaggi volgari e vuoti, divisivi, spesso cavalcando l’istinto della paura, per giustificare quella che viene ritenuta l’unica alternativa possibile, ovvero isolarsi dagli altri Paesi, indebolire l’UE, chiudersi a protezione di un temporaneo benessere (per pochi..!), rifiutare l’altro, tornare indietro in poche parole.
b) Incombe la necessità di riprendere a investire nel pensiero lungo, ricreando attitudini e conoscenze, basi indispensabili per proporre strategie innovative, fra le quali, la decarbonizzazione, l’uso del suolo e la manutenzione del territorio, la produzione di energia da fonti rinnovabili, la sana alimentazione, la regolamentazione della finanza, soprattutto quella speculativa, il diritto alla salute, l’impronta ecologica, l’economia circolare, ecc. Se non è la classe politica tradizionale, ma non solo, ormai avulsa dalla realtà e affossata nei propri tatticismi autoreferenziali, a dare nuovi segnali all’insegna dell’etica e del bene pubblico, devono essere le persone, anche con sacrificio, a proporre, a premere, a metterci la faccia. Il mi piace di facebook dovrebbe virare verso commenti non solo principalmente emotivi ma di maggiore contenuto e razionalità. Occorre creare situazioni nuove fuori dalla deriva generale, soprattutto con e per le nuove generazioni, nelle quali le stesse possano trovare opportunità, stimoli, condizioni di realizzazione dei propri progetti di vita e professionali. Un Paese vecchio culturalmente e vecchio anagraficamente parlando, non può scaricare continuamente cambiali (debito pubblico crescente, corruzione, 250.000 giovani che hanno lasciato l’Italia, inquinamento irreversibile, ecc) alle giovani generazioni, pensando che oltre a vivere di proprio esse possano pagare anche le ns pensioni.

c) L’opportunità di dare un contributo organizzativo e professionale in virtù dell’esperienza maturata come ex dirigente agricolo in giro per l’Italia e negli ultimi anni come consulente per l’energia rinnovabile e la sostenibilità è motivo di vitalità e di gratificazione. Poter condividere idee, azioni, progetti è testimonianza concreta che si può pensare positivo e agire per il bene comune, concetto ormai sparito dai radar della politica attuale. Sono molto scettico quando sento citare in modo urlato e pomposo “prima gli Italiani” oppure “per il bene degli Italiani”. Di sicuro c’è una fregatura più o meno collettiva in arrivo, oltre a quelle tante già avute. Nonostante ciò il popolo italiano ha la memoria molto corta e decide di esaltare il pifferaio magico ancora una volta.

d) La reciprocità di problematiche, di programmi e di idee fra i Verdi e l’agricoltura tradizionale offre automatismi interessanti, a fronte dell’esigenza di trovare un equilibrio fra reddito per gli operatori agricoli, custodia e rigenerazione delle risorse naturali come acqua, biodiversità, fertilità, compatibilità coi ritmi e le rese produttive, con la genetica, con la chimica, oggi troppo invasive.

e) Fra i tanti a livello europeo degni di attenzione, il tema su cui incidere passando ad una fase molto più operativa e diffusa è quello della tracciabilità non solo come origine, ma come controllo di tutta la filiera. Occorre intensificare e qualificare i controlli, rispetto ad una semplice gestione amministrativa, per arrivare a ricreare credibilità nei cittadini e nei consumatori. Controlli insufficienti, parziali, estemporanei o, peggio, “telefonati” sono un male oscuro che rovina l’uomo, la sua salute, la sua economia, ma soprattutto conferma un modello di comportamento che il più furbo ha sempre ragione, ovvero il non rispetto delle regole. Esse sono fonte e garanzia e di equità.

f) Da ultimo, in un Paese, che, a parole, si dichiara postideologico, il programma dei Verdi è orizzontale a tutti i Partiti, perché tocca problemi comuni a tutti e perché fa proposte concrete per un nuovo modello di sviluppo.

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