lunedì 2 settembre 2019

Lotras di Faenza: l’incendio che non muore mai

A distanza di giorni i fumi velenosi e tossici generati dal gravissimo incendio della Lotras continuano ad impestare l’aria di Faenza e della bassa Romagna in base alle correnti d’aria.

E’ mai possibile che a tutt’oggi le uniche misure prese siano stati gli inviti a chiudere le finestre e a lavare le verdure?

I dati ufficiali, finalmente comunicati da Arpae, anche se “tranquillizzanti” poiché i livelli di diossina sarebbero “compatibili con l’incendio ed inferiori a quelle misurati in analoghe situazioni”, inducono a chiedere : non sarebbe stato più prudente impedire almeno la commercializzazione di ortaggi e frutta prodotti nel comune di Faenza?
Questo in base al sacrosanto principio di precauzione (ex art.301 Codice dell’Ambiente) e all’art.1 della Legge sanitaria nazionale che pone il Sindaco come la massima autorità sanitaria.

Si tratta di fronteggiare non solo sostanze come polveri sottili e ossidi di azoto, ma anche diossina e metalli pesanti, il cui sforamento dei limiti di legge è inammissibile non solo penalmente, ma può comportare pesanti conseguenze sulla salute dei cittadini.

L’Ausl deve , a questo punto, monitorare costantemente le matrici animali ed alimentari per evitare che certe sostanze possano entrare nel ciclo e comunicare i risultati.

Angelo Ravaglia

Lugo, 16-8-2019

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