domenica 6 ottobre 2019

Precisazioni climatiche


Mai come in questo periodo l'emergenza globale dei cambiamenti climatici è sulla bocca e, si spera, nelle preoccupazioni di tutti. Questo grazie, purtroppo, a dei segnali ormai inequivocabili che il pianeta ci sta lanciando con sempre più insistenza e grazie al coraggio, alla determinazione e forse all'incoscienza di una ragazzina svedese.

Purtroppo, se da un lato qualche folle insinua che dietro Greta Thumberg ci siano chissà quali poteri forti, dall'altro i poteri forti si stanno armando per innescare la loro macchina mediatica.

Dato che oggi si sentono persone fare commenti sui cambiamenti climatici, premettendo con dei "per me" delle corbellerie scientifiche, forse è il caso di fare alcune precisazioni.

1) Greta Thumberg non è una scienziata.
Non ha mai detto di esserlo, né lo pretende. Greta Thumberg è una studentessa delle scuole superiori che ha letto gli appelli lanciati dai principali climatologi del pianeta e, preoccupandosi per il suo futuro, ha deciso di impegnarsi in prima persona. Per cui nessuno deve confutare Greta per il semplice motivo che lei non sostiene proprio nulla. Riporta solo ciò che dicono coloro che ne sanno più di lei.

2) Scienziato non significa tuttologo.
La definizione di scienziato è piuttosto ampia e vaga e spesso viene utilizzata a sproposito. Noi parliamo degli scienziati come se parlassimo dei sapienti dell'antica Grecia. Uno scienziato è uno studioso di una specifica scienza. Questo non significa che sia una persona autorevole in merito a tutti gli argomenti scientifici.

3) La scienza del clima è la climatologia.
Gli scienziati che si occupano di studiare il clima si chiamano climatologi. E' ai climatologi che occorre rivolgersi quando si affronta questo argomento. Se io ho il mal di gola, non vado da un meccanico, anche se bravissimo nel suo lavoro, no?

4) Antonino Zichichi non è un climatologo.
Antonino Zichichi è un divulgatore scientifico e un fisico delle particelle elementari. La sua attività non c'entra nulla con la climatologia, per cui, sinceramente, il fatto che sia noto, non significa che la sua opinione sui cambiamenti climatici sia più rilevante di quella di centinaia di climatologi. Zichichi, ad esempio, da sostenitore di una posizione religiosa, critica aspramente la teoria darwiniana sull'evoluzionismo. Non è che questo soggetto qui può dire quello che vuole su tutto lo scibile. Per cui, piuttosto che dire a Greta di studiare, forse dovrebbe farlo lui.

5) Carlo Rubbia non è un negazionista.
Carlo Rubbia ha vinto il premio Nobel per la fisica e anch'egli è un fisico delle particelle elementari. Si è occupato di problemi energetici, lavorando sulla fissione nucleare e sul solare termodinamico. Molti ritengono che sia un negazionista e lo utilizzano per affermare che gli allarmi sul clima sono fasulli, ritenendolo autorevole in quanto premio Nobel. Intanto Rubbia non si è mai occupato di climatologia. In secondo luogo una sua frase apparentemente negazionista, è stata decontestualizzata strumentalmente. Terzo, nel marzo 2019 ha affermato pubblicamente che dobbiamo smettere di emettere anidride carbonica, in quanto causa di cambiamenti climatici. Non proprio un negazionista.

6) L'importanza della fonte.
La scienza è scientifica! Non è che se domani un oncologo si sveglia e dice che la forza di gravità non esiste, questo debba avere lo stesso spazio degli scienziati che si occupano dell'argomento. La par condicio si applica in politica, ma quella è un'altra cosa. Uno scienziato, se vuole sostenere una tesi, deve fare delle pubblicazioni scientifiche. E le deve fare su delle riviste scientifiche riconosciute, in modo che le sue affermazioni possano essere sottoposte a revisioni paritarie, cioè verificate. Chi nega che i cambiamenti cimatici attuali abbiano causa antropica e per farlo cita scienziati non climatologi e/o climatologi che al massimo hanno nel proprio curriculum qualche pubblicazione su riviste scientifiche sconosciute e non verificate, vale quanto la mia opinione sul modulo che deve adottare l'allenatore della nazionale di calcio.

7) Il dibattito reale.
Nell'ambito della climatologia c'è stato effettivamente un dibattito in merito alle cause antropiche o meno degli attuali cambiamenti climatici, posto che i cambiamenti climatici non li nega nessuno. Questo dibattito, però, riguarda il passato. Perché? Perché col passare del tempo sono emersi nuovi dati. Coi carotaggi dell'Antartide, ad esempio, si è scoperto che negli ultimi 800.000 anni la CO2 non ha mai superato i 300 ppm. Oggi siamo a oltre 400 e ci siamo arrivati in poche decine di anni. I dati hanno portato il dibattito quasi a estinguersi, perché ormai la causa antropica è appurata. Almeno fra i climatologi riconosciuti. Poi, come in ogni scienza, c'è sempre qualcuno che prova a spararla grossa per finire sotto ai riflettori.

8) Ascoltiamo l'IPCC.
Nel 1988 l'Organizzazione meteorologica mondiale e il Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente, due organismi dell'ONU, hanno dato vita al Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico, IPCC in inglese (Intergovernmental Panel on Climate Change). L'IPCC non svolge ricerca scientifica direttamente, ma raccoglie le informazioni della letteratura scientifica internazionale sottoposta a revisione paritaria ossia sottoposta a verifica. Tramite questa l'IPCC produce dei rapporti tecnici a sua volta sottoposti a revisione paritaria (eh sì, fare scienza è difficile). Per tornare al punto 1, sono proprio questi rapporti cui Greta Thumberg fa riferimento.

Ecco, forse prima di fare certe affermazioni, sarebbe meglio riflettere.

Gian Luca Baldrati

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