lunedì 20 maggio 2013

Estrazione di metano nella Bassa Romagna: quali tutele per il territorio?

LFG_Extraction_-_DrillingSi è svolto il 16 maggio scorso, presso il Salone Estense della Rocca di Lugo, un surreale incontro promosso dall'Unione dei Comuni della Bassa Romagna cui hanno partecipato, oltre ai Comuni, anche rappresentanti della Regione Emilia-Romagna e del Ministero delle Attività Produttive dedicato ai numerosi progetti di ricerca e di estrazione di metano che sono recentemente stati presentati nella Bassa Romagna.

“Il territorio non va spremuto, le attività estrattive dal sottosuolo devono essere oggetto di attenta valutazione tecnico-scientifica e occorre agire con criteri di precauzione e responsabilità verso le generazioni future” ha affermato l'Assessore Regionale Gian Carlo Muzzarelli. Non è chiaro cosa intenda l'Assessore quando cita i “criteri di precauzione”. Dato che la subsidenza è un fenomeno irreversibile, ci aspettiamo, a questo punto, ad esempio, che la Giunta Regionale non esprima parere favorevole per il progetto di estrazione di metano dal giacimento Longanesi, fra Lugo e Bagnacavallo, per il quale è in corso la procedura di valutazione di impatto ambientale.



La nota dell'Ufficio Stampa dell'Unione che riassume l'incontro si conclude affermando che “la Bassa Romagna diventa così un laboratorio di sperimentazione nazionale per verificare sul campo l'attivazione di interventi concordati e partecipati in merito alle procedure che disciplinano le attività estrattive”.

Se si vuole chiamare in causa la partecipazione, strumento spesso invocato, ma realmente poco utilizzato, sarebbe utile ricordare ai soggetti che hanno partecipato all'incontro che i cittadini dell'Emilia-Romagna hanno votato ed eletto un Consiglio Regionale che li rappresenta e che il 12 luglio 2011 ha approvato una risoluzione che chiede alla Giunta di esprimere parere contrario a tutte le richieste di ricerca e di estrazione di metano nelle aree colpite dalla subsidenza. Non servono tanti incontri e non serve invocare la collaborazione fra gli enti e la partecipazione, il Consiglio Regionale si è già espresso chiaramente sull'argomento. Così come non serve citare a sproposito il principio di precauzione. Tale principio è già stato chiaramente adottato dalla risoluzione del Consiglio Regionale. Basta rispettarla.

Ma se proprio si vuole tutelare il territorio e fare della Bassa Romagna un laboratorio di sperimentazione nazionale, perché la Regione, fra le tante prescrizioni, non ha chiesto a Edison il monitoraggio sismico per l'impianto di stoccaggio di gas metano di San Potito, dato che il rischio di sismicità indotta è uno dei più preoccupati per questo tipo di impianti? Perché non è stato chiesto alla ditta di istituire un fondo per risarcire eventuali danni causati in futuro dalle possibili scosse sismiche causate dall'impianto, come avviene, ad esempio, in Olanda?

Più che un incontro volto a promuovere la collaborazione fra gli enti, è parso un incontro dell'ipocrisia.

 

Gian Luca Baldrati

Ecologisti e reti civiche – Bassa Romagna

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