giovedì 27 febbraio 2014

7.500 firme per l'Ospedale di Lugo

imagesConsegnate, mercoledì 25 febbraio, al Sindaco del Comune di Lugo e Presidente dell'Unione dei Comuni della Bassa Romagna, Raffaele Cortesi, circa 7.500 firme raccolte in difesa dell'Ospedale di Lugo e contro la riorganizzazione imposta dalla nascita dell'AUSL della Romagna e circa 1.000 firme a sostegno della permanenza a Lugo del Chirurgo Senologo Magalotti.

Queste firme, che sono state raccolte il collaborazione con il gruppo “Prove di dialogo a sinistra” di Massa Lombarda e che si uniscono alle oltre 4.000 firme raccolte nel territorio faentino dal Comitato per la sanità pubblica romagnola, verranno poi consegnate anche al Presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani.

Oggi l'AUSL della Romagna, pur non essendo stata, in pratica, discussa con la cittadinanza, è legge. Dal 1° gennaio 2014 non esistono più le AUSL di Ravenna, Forlì, Cesena e Rimini, ma esiste un'unica azienda sanitaria, una delle più grandi d'Italia. Ma, al di là della semplice unificazione delle aziende, quello che sta avvenendo è la trasformazione del modello sanitario regionale, un modello che, pur con i suoi difetti, è stato, fino a oggi, uno dei migliori d'Italia. Questa trasformazione non è certo partita quest'estate, con il progetto di unificazione delle aziende sanitarie, ma ha radici molto più antiche e profonde.

Nello specifico stiamo assistendo, da tempo, al progressivo impoverimento dell'Ospedale di Lugo, così come sta avvenendo presso altri ospedali della Romagna, in un disegno che accentra le cure sanitarie, lasciando il cittadino a dover scegliere fra la scomodità e i disagi della cura lontana da casa e la clinica privata, vicina e sempre più finanziata dal pubblico. Non a caso gli ingenti tagli di posti letto cui stiamo assistendo e cui assisteremo in futuro, stranamente riguardano solamente gli ospedali pubblici e non i posti letto convenzionati che si trovano all'interno di strutture private. In pratica, alla fine dell'operazione, la percentuale di posti letto pagati dal pubblico che si trovano all'interno di cliniche private rispetto ai posti letto negli ospedali pubblici sarà molto più alta di quella che è oggi. Ecco perché sosteniamo che, oltre all'unificazione della quattro aziende sanitarie romagnole, stiamo assistendo alla trasformazione del servizio sanitario regionale in un servizio sempre più privato.

Quanto accaduto alla Senologia di Lugo è solamente la punta dell'iceberg. A Lungo si è parlato di ospedali in rete e di valorizzazione delle eccellenze locali. Eppure l'AUSL non ha fatto nulla per mantenere a Lugo una delle ultime eccellenze rimaste, la Senologia che, evidentemente, nei giochi di potere interni dovrà essere altrove, probabilmente a Forlì. E così, in una triste vicenda che ha toccato anche aspetti personali, si è indotto il dott. Magalotti ad andarsene, nell'assoluta incapacità di intervento del Sindaco di Lugo.

Ma a queste firme dovrà rispondere il Sindaco di Lugo, così come dovrà rispondere il Presidente della Regione a quelle raccolte in tutta la Provincia di Ravenna.

Noi pensiamo che una sanità che si allontana dal cittadino non sia una sanità che eroga il servizio che dovrebbe offrire. Anche perché le apparenti riduzioni dei costi (sempre che ci siano, dato che l'esempio dell'unificazione dei laboratori analisi non è stato una buona premessa) si ripercuoteranno sui cittadini che dovranno assistere i loro cari ricoverati a decine di chilometri di distanza. Se i tagli sono necessari per le mutate condizioni economiche, non possiamo certo impedirli, ma pretendiamo che questi tagli non riguardino i servizi. Chiediamo che si rivedano i progetti di realizzazione delle Case della Salute (ad esempio, che senso ha farne una a Lugo, costruendo un nuovo edificio che costerà milioni di euro, quando si potrebbe utilizzare l'ospedale?). Chiediamo che i tagli di posti letto riguardino preferenzialmente le convenzioni con le strutture private, perché, se i fondi sono diminuiti, è bene che questi vadano spesi per le strutture pubbliche. Chiediamo, in sostanza, che le minori risorse per la sanità non diventino l'espediente per trasformare il nostro sistema sanitario in un sistema che coinvolge sempre di più le cliniche e le strutture private a danno di quelle pubbliche.

1 commento:

  1. Gian Luca Baldrati2 marzo 2014 alle ore 07:19

    E ora il Sindaco di Lugo una risposta la dovrà dare!

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