lunedì 13 febbraio 2017

Recuperiamo il Parco del Loto

Il Parco del Loto di Lugo, Area di Riequilibrio Ecologico istituita con la Delibera del Consiglio Provinciale n. 36 del 29/03/2011, si sta rapidamente trasformando da un piccolo gioiello e vanto della città, a un luogo di degrado e malagestione. Questa è la triste storia del nostro bellissimo parco a vocazione naturalistica inserito nell’ambito urbano di Lugo.

Abbiamo così assistito negli ultimi anni a un progressivo abbandono del parco, con gli arredi danneggiati non ripristinati (staccionate, torrette di osservazione, panchine, aula didattica all’aperto), sentieri scomparsi a causa della marcata gestione della vegetazione, il giardino officinale (c’era anche quello!) di cui rimane ormai un cumulo di erbacce, eliominazione del bagno pubblico e tanto altro. E quando un luogo risulta abbandonato, il degrado regna sovrano. L’ultimo taglio di parte del canneto e di molte delle siepi presenti (vegetazione espressamente tutelata dalla Delibera Provinciale e dalle Linee Guida Regionali sulla gestione delle Aree di Riequilibrio Ecologico) e solo l’ultima goccia.


C’è una sola causa per tutto questo: evidentemente il Comune di Lugo non ha la minima idea di come gestire il Parco del Loto e di cosa farci. Capita quando le politiche ambientali sono praticamente assenti.

Ci chiediamo, ad esempio, se la prevista relazione annuale contenente il report delle azioni di prevenzione, conservazione, rinaturalizzazione, controllo e monitoraggio dell’area sia mai stata inviata alla Regione.

Occorre al più presto che il Comune di Lugo elabori un piano di gestione del Parco del Loto finalizzato a raggiungere gli obiettivi gestionali previsti dalla Delibera Provinciale del 2011 nel quali risultano, fra gli altri, il miglioramento e l’ulteriore rinaturalizzazione dei boschi e delle siepi perimetrali, restituendo alla città questa splendida Area di Riequilibrio Ecologico.

Un piano di gestione, anche per razionalizzare le spese, significa che gli interventi non vengono fatti una tantum come oggi, senza criterio e, magari, dannosi. Gli interventi devono essere programmati e mirati agli obiettivi di conservazione del Parco.

A questo punto rilanciamo.

Perché non inserire il Parco del Loto e l’adiacente Canale dei Molini nella più conservazionistica Rete Natura 2000, tramite l’istituzione di un SIC (Sito di Interesse Comunitario) o una ZPS (Zona di Protezione Speciale)?

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