mercoledì 15 maggio 2019

Dormire, sognare forse

“To sleep, perchance to dream”.

Questo mio pensiero è ispirato dalla lettura di un libro intitolato “la lepre che corre” dello scrittore inglese John Lewis Stempel.

La politica non è lo spazio per i sogni e perciò sono fuori dal seminato, tuttavia capita a tutti di addormentarsi e di sognare o di sognare ad occhi aperti.
Una passeggiata in campagna nel mese di maggio del 2019 è sempre una bella esperienza, la primavera è e resta un miracolo.

Rispetto a qualche anno fa, sono sempre più rare le chiazze gialle del diserbante e l’odore caratteristico dei prodotti chimici distribuiti sulle colture, forse per l’età o perché ci sono abituato, è diventato meno acre. Del resto, la campagna, anche se bella all’apparenza, è diventata un cimitero.

Niente più passerotti, scriccioli, ma solo gazze e ghiandaie. I terreni sono squadrati secondo le esigenze delle macchine agricole, i frutteti e le vigne sono potati secondo la logica della massima produzione al minor costo. I fossi sono rari e lo sfalcio dell’erba è diventato un’attività industriale, un costo. Le rane per questa ragione non hanno più un habitat. 
La fioritura dei peri che ci fece osservare la mia maestra più di quarant’anni fa (durante la gita a Villa Serraglio) è, appunto un ricordo.
Si cerca il profitto, la produzione e la sicurezza col risultato che la campagna è a tutti gli effetti, soltanto una fabbrica a cielo aperto. Quella “sicurezza” che ci obbliga ancora a nutrirci di uova industriali figlie della sofferenza per il pericolo immaginario di malattie che ogni ristorante potrebbe neutralizzare solo con l’abbattitore di temperatura.

Di chi è la colpa? John Lewis Stempel lo dice chiaro e tondo. Gli agricoltori sono i responsabili. I supermercati anche. E non sono da meno i politici e i consumatori. Ma soprattutto, non dimentichiamoci di me e di te.

Eppure sarebbe possibile immaginare la vita anche all’interno di un campo di cereali. Un nascondiglio nel quale essere spaventati dal volo radente di una rondine. Il rifugio per le lepri dove proteggere i leprotti. Considerare che le erbacce, in realtà sono parte del creato (per chi è religioso) e dell’ecosistema (per chi invece crede nella scienza). I papaveri, i fiordalisi e la calendula, magari riducono la produzione, d’altro lato però… 

Lascio i puntini di sospensione perché ognuno ha la sua risposta personale. Personalmente non credo che il progresso sia inconciliabile con una visione della campagna ecologicamente sostenibile. Credo che il “progresso" si accompagni a miti e credenze sostanzialmente arretrate, retrograde e nocive.

Torniamo alle siepi rustiche che danno una casa a una incredibile biodiversità, torniamo agli stagni per le ranocchie, ai frutteti di una volta e tutto e tutti ne trarranno solo giovamento.

Giacomo Foschini
Candidato nella lista VERDI per l'elezione del Consiglio Comunale di Lugo

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