giovedì 3 marzo 2011

Un'altra HERA

Lunedì 14 febbraio si è svolto a Lugo, presso la sala conferenze dell'Hotel Ala D'Oro, il primo di una serie di incontri pubblici informativi organizzati dal Comitato promotore per una lista civica ecologista provinciale formato dalle liste civiche Bagnacavallo Insieme, Nuove Energie di Conselice, dai Verdi Lugo-Costituente Ecologista, dal movimento Abbiamo un sogno e con l'appoggio della lista civica Libera Russi. L'incontro, dal titolo “Un'altra HERA”, che riprende il nome di una campagna promossa da alcune associazioni dell'area bolognese, ha affrontato il tema della gestione dei rifiuti e del rapporto dei Comuni con HERA. Promuovendo la nascita della multiutility bolognese, ormai autodefinitasi multibusiness, i Sindaci sostennero che, con questa nuova azienda, si avrebbe avuto un miglioramento del servizio fornito e un abbassamento dei costi per i cittadini. Oggi, dopo anni dalla nascita di HERA, le bollette continuano ad alzarsi e qualcuno inizia a porsi dei dubbi anche sul servizio fornito. Ospiti della serata sono stati Gabriele Bollini, della Rete Ecologista Bolognese e Pierpaolo Lanzarini, Assessore all'Ambiente di Sasso Marconi, uno dei Comuni dell'area servita da HERA che più ha puntato sulla raccolta porta a porta per avere un'alta percentuale di raccolta differenziata.

I relatori hanno descritto cosa è diventata oggi HERA, un'azienda che mantiene ancora un capitale in maggioranza pubblico, di poco superiore al 50%, destinato comunque a diminuire, perché per legge le ex-municipalizzate entro il 2012 non potranno avere più del 30% di capitale pubblico, ma comunque una SpA, quotata in borsa che a tutti gli effetti deve rispettare le regole del marcato.

Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, HERA ha deciso di investire, in tutti i territori, sulla costruzione di inceneritori, chiamati solo in Italia con il termine fuorviante di “termovalorizzatori”, che rappresentano per l'azienda un grosso guadagno, in quanto le permettono di incassare soldi dalle bollette per lo smaltimento dei rifiuti, dal famigerato CIP6 (quota A3 delle bollette della fornitura di energia elettrica che dovrebbe finanziare le energie rinnovabili e usata in Italia, per il 60-70%, per finanziare gli inceneritori, a causa del Decreto Bersani che ha equiparato i rifiuti a biomasse) e dalla vendita alla rete nazionale dell'energia elettrica prodotta. In sostanza, perché HERA dovrebbe favorire la diminuzione dei rifiuti prodotti, l'aumento della raccolta differenziata e l'aumento del riciclo, se guadagna bruciando rifiuti?

I relatori hanno anche rilevato che i problemi sono simili anche negli altri settori. Ad esempio, perché HERA dovrebbe investire per recuperare le acque di scarico per altri usi, dal momento che vende il servizio di depurazione? Poco importa se queste sono le scelte ambientalmente meno convenienti o addirittura dannose, sono comunque le più redditizie.

Purtroppo oggi HERA è diventato un mostro economico che è guidato dalla rincorsa al profitto, inevitabile per un'azienda quotata in borsa, ma tutto ciò ha poco a che fare con la gestione di servizi primari e indispensabili per i cittadini. Ad esempio, HERA dichiara nel piano 2009-2013 che affronterà la crisi economica con la riduzione del 25% d egli investimenti. Come non notare che se l'azienda avesse reinvestito l'utile netto, come dovrebbe fare un'azienda pubblica che gestisce dei servizi, anziché dividerlo fra gli azionisti, oggi avrebbe un debito inferiore. Tuttavia questo permette a HERA di avere un alto rating. Oggi i Comuni si sono ridotti a essere degli enti che sottoscrivono le politiche industriali di HERA.

I Sindaci hanno sempre richiamato gli obblighi imposti dalla normativa europea che ha portato alla costituzione di questa multiutility e la sua progressiva privatizzazione. In realtà la normativa europea richiede che il libero mercato non sia falsato dalla presenza di aziende pubbliche, ma ammette anche altri principi, oltre alla scelta del libero mercato, per la gestione di servizi che hanno a che fare con la coesione sociale e territoriale. Bollini e Lanzarini hanno quindi rilevato come l'esistenza di HERA non sia normativamente obbligatoria, come invece le nostre amministrazioni hanno sempre sostenuto.

Lanzarini ha raccontato l'esperienza del Comune di Sasso Marconi che ha un territorio non semplice per la gestione della raccolta dei rifiuti, ma che con il sistema del porta porta è passato in un anno dal 16% di raccolta differenziata al 76%. Purtroppo l'introduzione della raccolta differenziata porta a porta totale è stata in tutti i modi ostacolata e rallentata da HERA che, in sostanza, non potendo più alimentare gli inceneritori con i rifiuti che oggi vengono raccolti in modo differenziato, vuole in un qualche modo essere ricompensata, alzando le bollette. E' ormai dimostrato che col porta a porta integrale, se si raggiunge una quota di raccolta differenziata del 60% e una contemporanea riduzione dei rifiuti del 12%, il cambiamento di sistema ha costo 0. Eppure, tutte le volte che un Comune chiede a HERA di introdurre il porta a porta, si arriva sempre a degli aumenti in bolletta del 10-30% e anche più, a seconda delle modalità richieste. Spesso, inoltre, il porta a porta proposto da HERA è un sistema di raccolta misto, che conserva ancora i cassonetti, come nel modello usato dalla municipalizzata di Brescia, città che ospita il più grande inceneritore del mondo, oppure come a Lugo, dove il porta a porta è limitato solo a una parte della città.

Analoghi problemi sono stati evidenziati nel partecipato dibattito che è seguito, nel quale sono intervenuti molti rappresentanti di gruppi, associazioni e liste civiche presenti sul territorio. Michele Dotti, dell'appello/movimento “Abbiamo un sogno”, ha sottolineato come sia importante unire le forze di chi sta combattendo singolarmente queste battaglie, dato che non ci sono più alternative, quindi “o tiriamo i remi in barca o iniziamo a remare controcorrente”.

Nel dibattito fra pubblico e relatori sono stati toccati alti temi caldi legati al territorio e inevitabilmente si è parlato di biomasse e della centrale da 30 MW elettrici di Russi/Boncellino, il cui iter di approvazione sta giungendo al termine. Al riguardo sono parse emblematiche le dichiarazioni di Morelli del PD di Villanova, in base alle quali sembra che, almeno a parole, all'interno del Partito Democratico sia presente una forte contrarietà alla centrale. Contrarietà che, tuttavia, non si traduce mai in voti coerenti nelle sedi appropriate da parte degli esponenti del PD grazie ai quali, anzi, il percorso di autorizzazione della centrale procede.

I prossimi incontri organizzati dal Comitato promotore per una lista civica ecologista provinciale sono: “CEMENTO E BILANCI COMUNALI. E' proprio necessario alimentare il bilancio comunale cementificando il territorio?” con Domenico Finiguerra, Sindaco di Cassinetta di Lugagnano, primo comune virtuoso per il risparmio del territorio, previsto per il 28 marzo in sede da destinarsi e “INQUINAMENTO E TUMORI INFANTILI” con Ernesto Burgio, Direttore Scientifico dell'Associazione Internazionale Medici per l'Ambiente, a Conselice, in data ancora da definire.

 

Gian Luca Baldrati

Nessun commento:

Posta un commento