lunedì 13 giugno 2011

Chi ha vinto i referendum?

Commenti a caldo sullo storico risultato dei 4 referendum del 12 e 13 giugno.

Quando si parla di referendum si pensa inevitabilmente ai referendum che hanno fatto la storia della Repubblica Italiana, come quello sul divorzio del 1974, quello sull'aborto del 1981, il primo sul nucleare del 1987, referendum i cui promotori, ma anche i singoli cittadini che parteciparono, ricordano con piacere e, ancora, con euforia. Per non parlare dello storico e irripetibile referendum del 2 giugno 1946 su Repubblica e Monarchia. Gli ultimi referendum che hanno raggiunto il quorum risalgono al 1995, poi, dal 1997 al 2009 sono stati votati 24 referendum e nessuno ha mai raggiunto il quorum, anche a causa di questo sistema assurdo, per cui i contrari al referendum sfruttano i non votanti cronici per far fallire la consultazione. Nei referendum del 2009 i votanti erano stati meno del 24%, 25,5% nel 2005, 25,6% nel 2003. I referendum abrogativi sembravano uno strumento destinato a scomparire.

Dopo l'esito dei referendum del 2011 su acqua, nucleare e legittimo impedimento, oltre all'euforia per la vittoria e il raggiungimento degli obiettivi, ci si rende conto anche che gli italiani hanno scritto un nuovo pezzetto della storia della nostra Repubblica. Questo è forse l'evento più importante, l'apparente imbarbarimento della nostra società non è irreversibile e gli italiani hanno deciso, almeno per due giorni, di riprendere in mano la politica della nostra nazione.

Ma chi ha vinto questi referendum?

Non li ha vinti il PD, che fino a non molto prima del 12 giugno non aveva una posizione univoca su tutti i quesiti.

Non li ha vinti Bersani, malgrado ora sia il primo a esultare e invochi in continuazione le dimissioni di Berlusconi (che, nel dubbio, sapendo di perdere, già prima del 12 giugno aveva detto che, anche in caso di sconfitta, non si sarebbe dimesso. Mica si chiama D'Alema!)

Non li ha vinti l'IdV, che pure ha avuto il coraggio di proporre e raccogliere le firme per i due referendum su nucleare e legittimo impedimento.

Non li abbiamo vinti noi Verdi, anche se, finalmente e grazie a questi quesiti, siamo riusciti a farci sentire nuovamente.

Credo che questi referendum siano stati vinti dai milioni di cittadini che hanno deciso di andare a votare. Sono stati vinti da chi è andato a votare, malgrado una scarsa, quando non palesemente scorretta, informazione, malgrado i tanti espedienti pensati per far credere che i referendum fossero inutili, malgrado l'arroganza di Berlusconi e del suo Governo (che rispetto ha per il suo popolo un capo di Governo che dice tranquillamente che farà una moratoria di un anno per il nucleare, in modo da non perdere il referendum e poi, passate le votazioni, tornerà a legiferare per costruire le centrali?). Li ha vinti il movimento per l'acqua pubblica che da anni, molto prima del referendum, si sta muovendo con pazienza e determinazione. Li ha vinti il movimento contro il nucleare, solo apparentemente assopito, dopo la vittoria del 1987.

Questo risultato sorprendente non significa che se si tornasse alle urne per l'elezione delle due Camere del Parlamento Berlusconi perderebbe. Quel 57% di votanti dimostra che presumibilmente quasi tutti gli elettori di centrosinistra sono andati a votare, ma ci è andata anche una grossa fetta di elettori di centrodestra. Tuttavia questa massa elettorale si è trovata d'accordo nel decidere di votare per temi di grande rilevanza come l'acqua, l'energia e l'uguaglianza davanti alla legge, ma non credo che si troverebbe altrettanto unita per votare Bersani o Di Pietro o Vendola.

Oggi festeggiamo questo importante risultato, ma da domani iniziamo a farne tesoro. Pretendiamo che il Governo, qualunque esso sia, legiferi in merito all'acqua pubblica, elabori un programma di conversione energetica verso le fonti rinnovabili contemporaneamente a una riduzione dei consumi, la smetta di devastare l'ordinamento giudiziario italiano, ma, anzi, i suoi membri inizino a partecipare ai processi cui sono imputati.

Esistono anche altri strumenti di partecipazione, come le leggi di iniziativa popolare. Usiamoli.

Dite la vostra.

Gian Luca Baldrati

1 commento:

  1. Condivido l'analisi di Gian Luca su chi ha vinto i referendum. Nessuno dei partiti ufficiali e nenche noi verdi possiamo mettere il cappello su un fenomeno di risveglio sociale e di nuovo impegno politico che, per dimensione e risultato, ha del miracoloso (finalmente il popolo italiano si è svegliata dalla sbornia del berlusconismo?). Anzi penso che a volte noi (intendo area verde e costituente ecologista), soffriamo di timidezza, o forse meglio di indecisione, non avendo chiaro ancora dove andare e quali compagni di viaggio segliere. La gente comune, intendo dire gli elettori che sono andati a votare in massa, stimolati dal tam tam della rete o dal passaparola, o finalmente dalla coscienza della necessità di un impegno in prima persona, non sentendosi rappresentati da nessuno, si sono assunti in proprio il dovere di decidere su problemi fondamentali che interessano profondamente il futuro nostro, dei figli e dei nipoti. In una situazione di polarizzazione delle idee determinate da due tifoserie profondamente contrapposte è questo un segnale importante, che fa capire che, se c'è una laternativa, la gente è pronta a smarcarsi e ad impegnarsi in nuovi progetti fuori da schemi logori e inconcludenti, (anche tra le file della cosiddetta destra).
    Da queste premesse risulta chiaro che è ora di rompere gli indugi convinti e decisi nelle scelte che sono state fatte, (e con le mani slegate dai vincoli delle ideologie di certa sinistra), sventolando le nostre bandiere dell'inpegno civile e della ecologia.
    Hanno vinto le nostre idee senza che noi possiamo assumercene il merito! E' necessario provare ad intercettare questa richiesta di tutta una società civile, che è sicuramente migliore dei partiti che sono oggi in parlamento, e che deve essere finalmente rappresentata.
    Dobbiamo cavalcare questo momento dicendo che siamo pronti a raccogliere la sfida, a raccogliere le istanze che vengono dal basso, a coinvolgere tutti i vari movimenti, i comitati e le persone della società civile, finalmente in una democrazia partecipativa, (fuori dal vecchio modo di fare politica nelle stanze dei partiti), buttando organigrammi e "quadri", senza più i vecchi vincoli ideologici ormai logorati.
    Dobbiamo riuscire a rappresentare degli ideali trasversali nella società civile al di fuori dei vecchi schemi di destra e sinistra, non più rappresentativi della realtà (come mel resto dell'Europa).
    Non fare questo con una certa rapidità vorrà dire perdere un'altra occasione. Non possimo lasciare che si arroghino il merito di questa vittoria e che mettano il loro timbro sui contenuti rappresentati da grandi movimenti civili, nè una sinistra ancora legata a schemi ideologici, nè il PD che si è scoperto solo oggi ecologista e pronto a cogliere le istanze della società civile.

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