sabato 20 aprile 2013

Pesticidi in più di metà delle acque superficiali italiane

imga0001E il 13,2% ha livelli di tossicità per gli organismi acquatici superiori ai limiti. Il Rapporto nazionale pesticidi nelle acque dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale

Le acque italiane, superficiali e sotterranee, sono sempre più inquinate. Come se non ce ne fossero abbastanza da altri settori, arriva ora anche questa cattiva notizia dal Rapporto 2013 dell’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, vigilato dal ministero dell’Ambiente. Il Rapporto, presentato l’8 aprile, si riferisce a dati del 2010 forniti dalle Regioni e dalle Agenzie regionali e provinciali per la protezione dell’ambiente.

Ebbene, nel 2010 sono stati rinvenuti residui di pesticidi nel 55,1% dei 1.297 punti di campionamento delle acque superficiali e nel 28,2% dei 2.324 punti di quelle sotterranee. Complessivamente sono stati rintracciati ben 166 tipi diversi di pesticidi contro i 118 del biennio 2007-2008. Per la maggior parte si tratta di residui di prodotti fitosanitari usati in agricoltura (solo in questo campo si utilizzano circa 350 sostanze diverse per un quantitativo superiore a 140 mila tonnellate), ma anche di biocidi (pesticidi per uso non agricolo) impiegati in vari campi.

I pesticidi più rilevati nelle acque superficiali sono glifosate, Ampa, terbutilazina, terbutilazina-desetil, metolaclor, cloridazon, oxadiazon, Mcpa, lenacil, azossistrobina. Nelle acque sotterranee, con frequenze generalmente più basse, le sostanze presenti in quantità maggiore sono bentazone, terbutilazina e terbutilazina-desetil, atrazina e atrazina-desetil, 2,6-diclorobenzammide, carbendazim, imidacloprid, metolaclor, metalaxil. Come in passato, continua a essere diffusa anche la contaminazione da erbicidi triazinici come la terbutilazina, ma sono ancora largamente presenti anche sostanze fuori commercio da tempo, come l`atrazina e la simazina.

Anche se spesso sono basse, precisa l’Ispra, le concentrazioni indicano «una diffusione molto ampia della contaminazione».

Il Rapporto rileva inoltre che nel 34,4% dei punti di campionamento delle acque superficiali e nel 12,3% dei punti di quelle sotterranee i livelli misurati risultano superiori ai limiti delle acque potabili. Le concentrazioni sono state confrontate anche con i limiti di qualità ambientale, introdotti di recente, basati sulla tossicità delle sostanze per gli organismi acquatici. In questo caso, il 13,2% dei punti delle acque superficiali e il 7,9% di quelli delle acque sotterranee hanno concentrazioni superiori al limite.

A livello geografico, la contaminazione risulta più diffusa nella pianura padano-veneta, in ragione delle caratteristiche idrologiche di quell’area, del suo intenso utilizzo agricolo e del fatto che le indagini sono sempre più complete e rappresentative nelle Regioni del Nord. Tuttavia, i miglioramenti del monitoraggio stanno portando alla luce una contaminazione significativa anche al Centro-Sud.

Per quanto riguarda la presenza di miscele nelle acque, le analisi presentano fino a 23 sostanze diverse in solo campione. Non ci sono dati sperimentali sugli effetti combinati delle miscele e nemmeno adeguate metodologie di valutazione, sottolinea il Rapporto, e perciò non si può escludere la possibilità che il rischio derivante dall’esposizione ai pesticidi sia attualmente sottostimato e pertanto «si impone una particolare cautela anche verso i livelli di contaminazione più bassi».

La rete ambientale, precisa ancora il documento, è finalizzata alla salvaguardia degli ecosistemi acquatici e non al controllo delle acque utilizzate per scopo potabile, ma queste ultime vengono spesso attinte agli stessi “corpi idrici” e l'uomo può subire anche un’esposizione indiretta ai prodotti contaminanti attraverso, per esempio, la catena alimentare.

«Quella che stiamo attraversando –sottolinea infine l’Ispra - è una fase ancora transitoria in cui l'entità e la diffusione dell'inquinamento da pesticidi non sono sufficientemente note tenendo conto, ovviamente, che il fenomeno è sempre in evoluzione per l'immissione sul mercato di nuove sostanze».

1 commento:

  1. il referendum promosso dai Verdi nel 1989 contro i pesticidi ( con un comitato di sostegno delle associazioni ambientaliste e dei partiti PCI,DP,giovani PSI, e del sindacato braccianti CGIL, mancò il quorum perché improvvidamente abbinato alla caccia e quindi boicottato dai cacciatori, allora fortissimi.
    Ma 18 milioni di italiani votarono per abolire i pesticidi.
    Il quesito fu elaborato da me ,dopo aver ascoltato le lezioni di Aldo Sacchetti all'università popolare di Romagna .
    Fui uno dei due responsabili a Roma del comitato raccolta firme.
    Purtroppo ancora c'è il problema anche se nel frattempo l'agricoltura biologica copre ormai il 10 per cento dell'agricoltura italiana.

    RispondiElimina