giovedì 29 marzo 2018

Il 68, l'ecologismo, la mia esperienza a Lugo e dintorni...

Di Paolo Galletti

Nel sessantotto ero un liceale classico di origine contadina e cattolica. Facevo parte di un gruppone lughese di ragazze e ragazzi (allora di per sé novità assoluta) della prima gioventù studentesca, guidata da don Leo Commissari (era un gruppo assi diverso da quella che poi sarebbe diventata CL).
Facevamo un giornale ciclostilato, diffuso clandestinamente nelle scuole (allora non si poteva fare apertamente) chiamato "Alla Rovescia", assai aperto ai temi sociali, oltre che religiosi.
Solo in un secondo tempo a Lugo nascerà un secondo giornale ciclostilato: "Il Gruppo", gestito dagli studenti del nascente movimento studentesco.
Si è scritto poco del contributo dei fermenti del mondo cattolico al 68.
Era tempo di Concilio e di teologia della liberazione. Alla cattolica di Milano nascevano contestazioni e futuri leader del movimento.
A Lugo ricordo un'importante iniziativa, con tanto di volantini preparata da "Alla rovescia", per porre fine alla vergognosa caccia alla matricola, forma di nonnismo e bullismo che colpiva i nuovi iscritti alle superiori. Si fecero anche picchetti anticaccia alle matricole.
Il fenomeno fu di lì in poi abbandonato.
Grazie ai contatti personali con studenti lughesi dell'università cattolica, si organizzò poi una singolare contestazione alla festa dell'ultimo dell'anno presso l'Enal di via Garibaldi.
Si fece un volantino firmato con nomi e cognomi di noi contestatori e si organizzò un picchetto davanti al locale in via Garibaldi dove suonavano i Dik Dik.
Le coppie ben vestite passavano in mezzo a due ali di giovani che gridavano slogan contro la fame nel mondo.
Poi le occupazioni dei licei e delle superiori con gruppi di studio, discussioni a non finire.
Dei tanti temi di allora ricordo (anticipo di una visione futura) anche il dissesto idrogeologico (piove e l'Italia si disfa! Mi pare fosse proprio Fulvia Bandoli a dirlo).
Dopo la fertile fase nascente il movimento si ideologizzò anche a Lugo.
Qui, in un Natale in cui si organizzò uno spettacolo teatrale al teatro San Rocco, messo a disposizione da don Carlo Marabini che con i suoi cineforum aperti alla città costituiva una formidabile occasione di cultura e dibattito per tutti, si consumò un passaggio decisivo.
La gran parte dei leader del movimento entrò nel PCI, credo anche grazie al lavoro di Davide Visani. Paradossalmente ne uscì un giovane dirigente Bruno Ghiselli, con posizioni aperte all'ala creativa della nascente lotta continua, ma soprattutto ai viaggi in India, alla spiritualità, a visioni del mondo che poi sarebbero state alla base del nascente ecologismo.
Per quanto mi riguarda, nel mio piccolo, mi misi a studiare il marxismo, che non mi convinceva a fondo e dopo il golpe in Cile contribuii a fondare a Lugo La Lega per i Diritti dei Popoli di Lelio Basso, nata dopo Il tribunale Russel 2 sull'America Latina, tenutosi a Roma, al quale partecipai.
Una grande mostra a Lugo sulle torture in Brasile, incontri nelle scuole con esuli cileni, poi con esponenti sandinisti, eritrei, iraniani, greci....
Nel frattempo nascevano esperienze culturali del cosiddetto proletariato giovanile: il circolo di troppo alla casa dello studente di Ravenna e poi l'osteria Berenice nell'ex convento occupato del Carmine a Lugo. No alle droghe pesanti che falcidiavano i giovani, film, musica, dibattiti...
Alla fine degli anni settanta a Milano, a un incontro della Lega per i Diritti dei Popoli, ascoltai un Verde tedesco: Rudolf Bahro, già comunista democratico espulso dalla Germania dell'est e ora esponente fondamentalista dei Grünen.
Fu per me la caduta da cavallo. La via d'uscita dai fallimenti delle varie versioni più o meno marxiste. Diventai Verde.
Nel nostro gruppo poi era presente un operaio siciliano fonditore, Pasquale Farinella, che lavorava a Cotignola e che aveva un fratello che lavorava a Berlino.
Ecco il contatt : il fratello ci spedì il programma dei Verdi di Berlino, che una studentessa di tedesco tradusse e noi facemmo il primo volantino dei Verdi a Lugo.
Un girasole, con al centro un riccio, che sfonda l'asfalto.
Quindi i primi contatti con il nascente arcipelago Verde italiano e nel 1981 la Lista Verde a Lugo, simbolo il sole che ride che mostra la lingua, stile Rolling Stones.
Non eleggemmo nessuno ma fu l'inizio.
Poi la rivista La Malalingua e quindi nell'83 l'Università Popolare di Romagna, università verde per un decennio di vera cultura ecologista.
Mi fermo qui perché la storia poi è più nota.
Prima i Verdi da soli in Parlamento, in Regione, in Comune.
Poi la stagione del maggioritario. I progressisti, l'Ulivo, un'alleanza innovativa su un programma innovativo.
Molte cose importanti realizzate.
Ma poi l'esaurimemto del centro sinistra.
E oggi la restaurazione e la divisione impotente.
Tempi bui, notte oscura.
La cultura ecologista, vincente nella green economy, nell'agricoltura biologica, nella raccolta differenziata, nell'abbandono del nucleare.
Ma parcellizzata, smembrata, privata di una visione d'insieme.
Quindi marginalizzata.
Utilizzata strumentalmente a brandelli da tutti senza crederci davvero e senza capirne la portata.
Perfino l'enciclica del Papa:" Laudato sii" viene archiviata in fretta anche dal mondo cattolico.
Oggi la piena elettorale ha travolto la politica fin qui mal praticata.
Ma altre piene non metaforiche, altre trombe d'aria, altre siccità incombono.
Il cambiamento climatico se ne frega del mondo politico italiano.
Procede implacabile anche se non vogliamo vederlo.
Ed è la punta dell'iceberg di quella che oggi risulta la "contraddizione principale": la questione ecologica.
Da cui discendono le migrazioni, la povertà crescente, il peggioramento del vivere a partire proprio dai più poveri,
L'ecologismo non è un lusso per i ricchi, ma una necessità per i poveri.
Grandi cambiamenti sarebbero necessari, ma pochi sono disposti a impegnarsi per essi.
Perfino pochi centesimi per un sacchetto biodegradabile diventano un problema.
La reazione politica e la regressione culturale che oggi dominano possono essere combattute solo con una visione profonda, diversa, eco-politica, eco-sofica.

Auguri a tutti noi.

Paolo Galletti

3 commenti:

  1. grazie paolo. buone cose e auguri. fabrizio bertini

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  2. ci siamo persi di vista ma ricordare gli anni di impegno politico è sempre piacevole,ci sarebbe molto da fare specialmente adesso con un ministro dell'interno che definire fascista è poco.un caro saluto Pasquale

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