venerdì 28 giugno 2013

No alla mega azienda sanitaria della Romagna, sì a una sanità centrata sulla persona

sprechi-sanitaSi è svolto giovedì 27 giugno, presso il Centro Sociale “Il Tondo” di Lugo il primo incontro dedicato alla vicenda dell'AUSL unica della Romagna organizzato dagli Ecologisti Civici della Bassa Romagna.

Durante la serata, che ha visto una buona partecipazione attiva della cittadinanza, sono emersi innumerevoli spunti di riflessione sulla gestione della sanità e molte perplessità su questa enorme operazione finanziaria.

Innanzi tutto quello che i cittadini che sono intervenuti hanno rilevato è un colossale problema di comunicazione e democrazia. Nessun partito, fra quelli che si sono candidati alle ultime elezioni regionali e che oggi ci governano, ha mai parlato, durante la campagna elettorale, dell'intenzione di unificare le AUSL della Romagna. Ci si chiede, quindi, con quale mandato popolare gli amministratori Emiliano-Romagnoli abbiano intrapreso questo percorso. Un percorso, fra l'altro, che, pur rimanendo molto fumoso e lacunoso, si preannuncia piuttosto rapido, in quanto il progetto di legge regionale dovrebbe essere messo ai voti già entro la fine dell'anno. Fra i molti dubbi, una delle poche certezze, guarda caso, è che si sa già chi sarà il superdirettore di questa megazienda: si parla, infatti, di Tiziano Carradori, ex direttore generale dell'AUSL di Ravenna. Il problema della democrazia è quanto mai grave, dal momento che le istituzioni coinvolte per il momento non hanno ancora iniziato a consultare i cittadini che sono i proprietari e nello stesso gli utenti delle AUSL.

Un altro elemento che è emerso con forza durante il dibattito è l'aspetto puramente aziendale di questa operazione, come se la centralità del servizio, peraltro particolarmente delicato, trattandosi di sanità e la centralità della persona siano passati in secondo piano. Ci si continua a chiedere quali siano i reali vantaggi, anche economici, di un simile mostro che, sempre più nell'ottica aziendale, finirà per vendere un prodotto, non più erogare un servizio, come la sanità dovrebbe essere. Tra l'altro ci si chiede come mai, se questo sistema di unificazione delle AUSL è così conveniente, perché lo si faccia solamente in Romagna e non in Emilia, dove addirittura continua a sopravvivere la piccola AUSL di Imola. Perché in Romagna le AUSL piccole sono uno spreco, ma in Emilia no? Sarebbe utile ricordare a chi sta elaborando questi assurdi progetti che la piccola USL di Lugo, prima di essere unita a quelle di Ravenna e Faenza, era in attivo!

Per quanto tutti abbiano riconosciuto che è inutile avere dei reparti doppi a pochi chilometri di distanza l'uno dall'altro, il fondato timore legato a questa operazione economica è che l'ospedale di Lugo finisca per essere impoverito con perdita di posti letto (peraltro già iniziata) e di servizi. Ad esempio, se anche la pediatria più specializzata viene concentrata in un altro ospedale, è assurdo eliminare tutti i posti letto e costringere dei genitori con un bambino con una semplice febbre alta a dover ricorrere al ricovero, ad esempio, a Ravenna, con tutte le difficoltà correlate.

Un'altra questione della quale si è dibattuto è la confusione fra prevenzione e diagnosi precoce. Oggi si tende a chiamare con la parola prevenzione quella che, invece, è la diagnosi precoce. Prevenire significa, ad esempio, ridurre l'inquinamento dell'aria, con conseguente riduzione delle malattie ad esso connesse e un'inevitabile risparmio per le casse della Regione, risultato non da poco, visto che la spesa sanitaria occupa oggi gran parte del bilancio regionale.

In conclusione, anche se si ritiene utile mettere in rete gli ospedali della Romagna, appare evidente la necessità di opporsi con forza a questa operazione meramente aziendale ed economica che, propagandando risparmi, ancora tutti da dimostrare, comporta disagi per la popolazione e allontana ancora di più il controllo del cittadino e degli enti locali sul servizio sanitario.

Come Ecologisti e Reti Civiche della Bassa Romagna abbiamo deciso di far partire una raccolta firme per la difesa dell'ospedale di Lugo dal futuro impoverimento conseguente alla creazione dell'AUSL della Romagna, depotenziamento peraltro già iniziato negli ultimi anni e culminato con i recentissimi tagli ai posti letto. Con la petizione si richiede un forte intervento del Sindaco del Comune di Lugo e Presidente dell'Unione della Bassa Romagna in difesa del nostro presidio sanitario, non tanto per campanilismo, ma per garantire un servizio che deve essere un diritto di tutti i cittadini.

Per firmare la petizione o per collaborare con la raccolta firme è possibile inviare un'E-Mail a verdilugo@tiscali.it

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