giovedì 26 settembre 2013

Stoccaggio metano ad Alfonsine-Voltana: 4 motivi per il no

Con l'impianto di stoccaggio di me800px-Podzemni_zasobnik_plynu_Haje_(3)tano in costruzione a San Potito-Cotignola e il futuro impianto progettato ad Alfonsine-Voltana, i cittadini di Lugo sono accerchiati e sotto quasi ogni casa presto ci sarà un deposito di combustibile gassoso.

In realtà praticamente tutti i cittadini di Lugo sono consumatori di metano, per cui dire che il metano non serve è falso, ma il metano è un combustibile fossile e, anche se meno del petrolio e del carbone, è inquinante e causa delle modifiche del clima, per cui l'obiettivo della collettività deve essere consumare sempre meno e, possibilmente, cercare di non consumarne più.

Vediamo 4 chiari motivi per contrastare questo tipo di impianti.

Ora queste aziende stanno proponendo dei depositi di metano che devono garantire l'approvvigionamento invernale, cioè stanno facendo qualcosa che va nella direzione opposta rispetto a quello che andrebbe fatto: è necessario affrancarsi dal metano, mentre qui si cercano delle soluzioni per consumarlo tranquillamente! Già questa sarebbe una ragione per negare ogni possibilità, ma andiamo avanti.

Questi depositi dovrebbero calmierare il prezzo del metano, garantendo una maggiore disponibilità nei mesi invernali. Nella realtà, se si analizzano con più cura queste operazioni, appare evidente che mettere da parte metano quando costa meno per rivenderlo quando costa di più è puramente una speculazione, a tutto vantaggio delle aziende che intendono gestire il sito di stoccaggio. L'obiettivo è un profitto privato, non la diminuzione del prezzo.

Inoltre la presenza di siti di stoccaggio praticamente sotto le case dei cittadini lughesi non comporterà alcun cambiamento nelle bollette del metano dei lughesi stessi. Se si accetta la realizzazione di questi impianti in questa zona, sarebbe giusto che i vantaggi derivanti dagli impianti andassero ai residenti della zona, in termini di riduzione del costo del metano. Altrimenti dove sta il vantaggio ad avere questi siti nel proprio territorio?

Concludiamo con il rischio di sismicità indotta. La letteratura scientifica internazionale dimostra chiaramente che uno dei possibili rischi collegati alla gestione di questi tipi di impianti è costituito dalla sismicità indotta. Le nostre aree sono già soggette a sismicità naturale, perché introdurre il rischio di ulteriori terremoti, seppur di entità minore?

In pratica appare evidente che: 1 questo tipo di impianti non è ciò che serve; 2 anche se seguono l'iter degli interventi di interesse nazionale, perseguono unicamente l'interesse delle aziende proponenti; 3 non portano alcun vantaggio ai residenti delle aree interessate; 4 introducono dei rischi che prima non c'erano.

Alla luce di queste considerazioni, crediamo che il Sindaco del Comune di Lugo, se vuole tutelare l'interesse della collettività che rappresenta, debba contrastare fermamente questi progetti.

Gian Luca Baldrati

Verdi/Ecologisti Civici Bassa Romagna

5 commenti:

  1. Giusto dire no,mentre ci attrezza per ridurre l'uso del metano a favore delle rinnovabili.
    Giusto anche avviare un piano per l'adeguamento antisismico degli edifici pubblici e privati,
    Con tanto di incentivi.
    Si creerebbe anche lavoro qualificato.
    E si metterebbe in sicurezza il territorio

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  2. Ho letto commenti singolari di oppositori allo stoccaggio o alla ricerca di metano.
    C'è Patuelli di una lista civica di Alfonsine che ridicolizza le energie rinnovabili e addirittura rimpiange il nucleare.
    Ma anche certe ironie della lista civica di Bagnacavallo sulla necessità di usare meno metano e più rinnovabili mi lasciano perplesso.
    Non si può' volere la botte piena e la moglie ubriaca.
    O avviamo un passaggio graduale ma serio alle rinnovabili e efficienza energetica ( Germania insegna) oppure
    altro che stoccaggi ci toccherà subire...
    Per fortuna che da noi il fracking non è possibile data la conformazione geologica.



    Insomma non basta essere contro per avere ragione.
    Occorre costruire una alternativa praticabile.

    E' come per i rifiuti.
    Per dire no a discariche e inceneritori occorre riprogettare le merci perché siano riciclabili
    E organizzare la raccolta porta a porta...
    Serve un progetto vero di conversione ecologica.

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  3. Legambiente ha presentato un dossier
    http://www.lugonotizie.it/main/index.php?id_pag=23&id_blog_post=13365
    interessante
    ad una prima lettura mi pare carente
    sugli effetti di sismicità indotta
    e sulla necessità di imporre adeguate fideiussioni

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  4. Qui c'è il dossier completo:
    http://www.legambiente.emiliaromagna.it/wp-content/uploads/2013/09/Dossier-Idrocarburi-in-Emilia-Romagna_2013.pdf
    Mi sembra un buon lavoro, ma, in effetti, c'è un po' di confusione con la sismicità.
    Il dossier pare più indirizzato a parlare di estrazione di metano e di rischio subsidenza. Poi si accenna anche allo stoccaggio e salta fuori anche la sismicità. Più che altro si parla di vietare le attività di estrazione e stoccaggio nelle aree colpite da terremoti.
    Purtroppo si continua a ignorare un problema che, invece, non andrebbe ignorato, ossia la sismicità indotta dagli stoccaggi. Peccato che in questo dossier, che poteva essere una buona guida per i cittadini, questo argomento venga ignorato.

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  5. Anche il Consiglio dell'Unione dei Comuni della Bassa Romagna ha approvato un documento su ricerche e stoccaggi di metano. Anche qui, però, non si fa alcun accenno alla sismicità indotta, mentre, sostanzialmente, si chiedono più royalties. In partica non si vuole svendere il territorio, ma alzare leggermente il prezzo...

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