venerdì 6 dicembre 2013

In ricordo di Ercole Bedeschi

Bedeschi Ercole Fondo Rossi Ferrucci001A oltre cent’anni dalla morte Lugo ha onorato il sindaco Ercole Bedeschi immeritatamente dimenticato

Tra i suoi meriti aver acquisito i terreni per l’ospedale che ora si vuole depotenziare

Su invito del Centro di studi sulla Romandiola nord-occidentale e dell’Associazione Mazziniana Italiana, sez. di Ravenna, il Comune di Lugo ha ricordato la figura di Ercole Bedeschi (1837 – 1904) primo sindaco elettivo della città dal 1885 al 1890.

Figlio del patriota Antonio, Ercole Bedeschi fu repubblicano-radicale e figura di primo piano nella vita politica di Lugo della seconda metà dell’800. Schierato a sinistra, convinto fautore del riformismo sociale, fu un acceso anticlericale, libero pensatore e massone, legato alla cultura positivistica del suo tempo e sostenitore del movimento cremazionista, temi cari al radicalismo italiano. Il positivismo per quella generazione costituiva una spinta verso la modernità e la sprovincializzazione della realtà nazionale, grazie alla fiducia nella scienza e nel progresso che avevano nella macchina e nell’industria le loro manifestazioni. La tendenza al bene e all’utile sociale da parte delle nuove generazioni era legata “alla mistica del progresso” che si riteneva avrebbe portato ad un miglioramento morale e materiale dell’umanità.

Fin dal suo esordio nel Consiglio comunale nel 1871 si batté per migliorare la città dal punto di vista urbanistico (completamento del Pavaglione, lastricatura delle strade, realizzazione dei marciapiedi e sistemazione del Cimitero urbano come ancora lo vediamo) ed operò in favore delle classi diseredate promuovendo la Cooperativa dei canapini e cordarini, l’ampliamento dell’Asilo infantile comunale e la costituzione della Società cooperativa per l’edificazione di case operaie. Quest’ultima sua attività cambiò il volto di alcune parti di Lugo, le vie Poveromini, Lumagni e soprattutto Don Minzoni – che fino all’epoca fascista si chiamava Via delle Case Operaie – recano notevoli tracce di questa opera in favore dei gruppi sociali meno fortunati.

Fu anche fondatore e direttore de “Il Lavoro”, il primo periodico lughese, uscito dal 1871 al 1896. Bedeschi utilizzò la testata per proporre opere pubbliche ed iniziative che migliorassero la vita dei cittadini e soprattutto delle classi povere. Inoltre scrisse articoli di carattere economico e sociale o per denunciare i problemi della città, prestando particolare attenzione all’igiene pubblica come la mancanza di fognature e carenza di servizi igienici.

Dalle pagine del giornale polemizzò anche su temi religiosi, combattendo il dogmatismo e promuovendo il libero pensiero.

OLYMPUS DIGITAL CAMERAErcole sognava per la sua Lugo l’acquedotto, la borsa, il macello, il mercato coperto, l’illuminazione a gas, nuovi collegamenti ferroviari e maggiore diffusione dell’istruzione elementare. Secondo lui attraverso l’aumento del benessere prodotto dallo sviluppo dell’agricoltura e dell’industria ed una migliorata educazione data dalla maggiore diffusione dell’istruzione elementare vi sarebbe stata più stabilità ed ordine sociale in tutta la Romagna. Riteneva che le misure troppo restrittive quali le ammonizioni, le sorveglianze ed il domicilio coatto non avessero portato a nessun risultato.

Nel periodo in cui fu sindaco (1885 – 1890) Ercole Bedeschi si distinse per un nutrito programma di opere pubbliche, alcune portate a compimento (scuole nelle frazioni, lazzaretto, ponte di San Potito, sistemazione delle strade di campagna, ecc.) altre iniziate, come le scuole di città, per le quali il comune ottenne un prestito dal governo, o l’attuale ospedale, per cui si acquistò il terreno e si ottennero i decreti reali necessari per la costruzione. Le amministrazioni precedenti intendevano costruire il nuovo ospedale nella zona del convento dei Capuccini, il nostro Ercole si rese conto che il posto non permetteva uno sviluppo della struttura, chiuso com’era tra le abitazioni e ritenne che solo una zona periferica avrebbe permesso un’espansione della struttura.

Bedeschi intendeva anche costruire un’Ara Crematoria nel cimitero come servizio comunale, ma la proposta fu accanitamente osteggiata dagli avversari politici e dalla prefettura, tanto da portare alla caduta della giunta e alla fine dell’attività politica del nostro.

Nel 1887 Bedeschi si era presentato candidato alle elezioni suppletive per la Camera, ma venne sconfitto per pochi voti dal moderato ravennate Pietro Gamba Ghiselli, a causa dell’astensione di una parte della coalizione a lui favorevole che lo aveva anche calunniato. Ottenne la magra consolazione di registrare un plebiscito in suo favore da parte degli elettori di Lugo.

Come candidato presentò un proprio programma elettorale in cui scriveva che una volta eletto si poneva due obbiettivi principali e pratici: una legge di esenzione della imposta sui fabbricati a favore delle società edificatrici di case operaie legalmente riconosciute ed un’altra per rendere facoltativa la cremazione dei cadaveri.

Bedeschi scriveva di preferire la cremazione ed annotava che purtroppo la Chiesa era fermamente contraria a questa pratica, ma riteneva che ogni nazione civile dovrebbe dare l’opportunità di scelta ai cittadini sul proprio rito funerario. In Italia esistevano diversi impianti ed il Consiglio comunale di Lugo era stato il primo in Romagna a deliberare di erigere un’Ara Crematoria nel mezzo del cimitero.

Infine Bedeschi non trascurava il problema delle ferrovie nella nostra provincia, ritenendo che occorresse completare e sviluppare le comunicazioni ferroviarie, in particolare la linea diretta Lugo Faenza e Lugo Lavezzola, per arrivare ad una linea che da Firenze, passando per Faenza Lugo Lavezzola e Ferrara, giungesse a Venezia.

OLYMPUS DIGITAL CAMERADopo la fine dell’esperienza politica Ercole Bedeschi continuò a pubblicare “Il Lavoro”. Troviamo articoli di denuncia, come quelli riguardo alla cattiva amministrazione della Cassa di Risparmio. La stampa moderata difese l’istituto di credito, non lesinando insulti a Bedeschi, come l’articolo anonimo de “Il Ravennate” che lo appellava «venerabile presidente della Loggia-Cantina di Via Risorgimento», beffeggiandolo per presiedere una loggia massonica. La diatriba giornalistica diede luogo ad un duello cavalleresco nel novembre 1894 tra Bedeschi e l’autore dell’articolo, dopo che si riuscì a conoscerne il nome. Quest’ultimo fu ferito ad un braccio; a quanto è dato sapere «gli avversari non si riconciliarono».

Ercole Bedeschi morì a Lugo il 19 marzo 1904 ed fu sepolto nel Cimitero comunale, ampliato ed abbellito per sua iniziativa. I funerali, rigorosamente in forma civile, furono imponenti: “La Vedetta”, giornale repubblicano, scrisse che vi aveva preso parte «tutta la cittadinanza».

Le due associazioni promotrici hanno sollecitato l’intervento del comune dopo aver constatato che Ercole Bedeschi non è ricordato a Lugo in alcuna maniera e hanno segnalato che nel Cimitero comunale esiste la sua tomba priva di pietra sepolcrale. L’Amministrazione comunale ha accolto l’invito e deciso di far approntare una lapide nel cimitero e di intitolare ad Ercole Bedeschi la rotonda tra le vie Matteotti, Masi e Acquacalda, nei pressi dell’ospedale da lui voluto. Il mese prossimo vi sarà l’inaugurazione di questi tributi, la giusta maniera perché non vada perduta la memoria di chi ha fatto tanto per la propria città.

Viviana Bravi

Gian Domenico Veggi

1 commento:

  1. se bisogna aspettare 100 anni per essere onorati e capiti stiamo freschi...

    I Verdi lughesi che tanto hanno fatto per la città e il territorio
    sono ancora visti come marziani dai più
    e come non abbastanza radicali dai soliti incontentabili immobilisti...

    forse tra cento anni qualcuno metterà una lapide al parco del loto...

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