
La Regione in data 25/07/2013 ha revocato all’Unigrà la concessione del 10/02/2006 di estrazione di acqua da pozzi, realizzati a partire dal 1974, per un ammontare di 1 milione e 711 mila metri cubi/anno. L’azienda ha sottoposto ora a Valutazione di Impatto Ambientale regionale un progetto di derivazione di acque sotterranee di ben 2 milioni e 491 mila metri cubi/anno. In prossimità dell’Unigrà vi è uno dei punti di massima subsidenza del territorio ravennate con una perdita di quota di 1,5 cm/anno (dati ARPA) e a tale fenomeno non ci sono altre spiegazioni che l’emungimento idrico dal sottosuolo. Fra l’altro il vicino stabilimento per la produzione del Matrix sprofonda di 1 cm/anno, con il pericolo di finire sott’acqua con rischi ambientali gravissimi. L’Unigrà è una realtà economica ed occupazionale importantissima per il territorio, però l’azienda deve capire che non si possono scaricare sulla collettività i costi enormi di un processo irreversibile quale è la subsidenza. L’alternativa c’è ed è il potenziamento dell’allacciamento all’acquedotto industriale. Certo per l’Unigrà sarà una via più onerosa, ma non se ne possono percorrere altre e per l’azienda va previsto un piano graduale di rientro, in tempi brevi e definiti, dal prelievo idrico da pozzi. Questa in sintesi è la sostanza delle osservazioni presentate dai Verdi alla Regione.
Luciano Lama
(Esecutivo Verdi Ravenna)
Cliccando qui è posibile scaricare le osservazioni presentate dai Verdi
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