giovedì 24 novembre 2016

Un NO nel merito di una riforma sbagliata

eccoI Verdi per un No di merito sul referendum costituzionale mani libere del Governo su energia, trivelle, inceneritori, discariche, autostrade...

I Verdi dell'Emilia Romagna si sono attivati per un no di merito sul referendum costituzionale.Numerose iniziative con Marco Boato, ex parlamentare della commissione affari costituzionali si sono tenute a Bologna, Forlì, Cesena, Bertinoro e si terranno a Modena, Reggio, Casalecchio. Mentre Matteo Badiali, portavoce dei Verdi Bologna si è impegnato in un confronto a Zola Predosa.

I Verdi ritengono questa riforma sbagliata nel merito ed invitano a valutarla su questo e non su schieramenti partitici. La Carta Costituzionale è tale proprio perchè vi si riconosce la stragrande maggioranza dei cittadini. Trasformare il confronto in un plebiscito sul Governo è un gravissimo errore,gravido di conseguenze negative per il futuro del Paese.

La riforma è sbagliata perchè istituisce un Senato non rappresentativo delle realta territoriali, ma dei Partiti; perchè cancella le competenze delle Regioni stabilite dalla riforma costituzionale del 2001 dell'Ulivo e confermata dal referendum, perchè, nel combinato disposto con la legge elettorale in vigore porta ad un aumento dei poteri del capo del partito che vince le elezioni, stravolgento l'attuale equilibrio dei poteri.

Inoltre sul piano ambientale delinea attraverso la modifica del titolo V ed in particolare dell’art.117 e dell’art.75, una visione dell’Italia tutta centrata proprio su quel modello economico ed industriale responsabile non solo dell’attuale crisi economica e sociale ma di una profonda crisi ambientale e quindi anche sanitaria.

Con la modifica dell’art.117 si arriva ad una costituzionalizzazione della legge obiettivo e del decreto “sblocca Italia” concentrando nelle esclusive “mani“ del governo le autorizzazioni su porti, infrastrutture, energia, inceneritori eliminando qualsiasi possibilità di partecipazione delle comunità e dei governi locali nelle decisioni. Non è un caso che le lobby del petrolio e Confindustria si siano schierate per il Sì. Inoltre con la cosiddetta clausola di supremazia il Governo può intervenire su qualsiai materia di competenza regionale

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