Se proprio non lo capisci, ci provo con tanti disegnini...
Spesso si dice "se non capisci ti faccio un disegno". Ecco, a volte bisogna provare proprio con questa strada. Posto che invece di mettere dei disegni in molti casi servono dei grafici e se un disegno di norma è abbastanza facile da capire, coi grafici la cosa si fa più difficile.
In una lunga dissertazione sulla transizione energetica e le, in alcuni casi, ambigue posizioni del centrosinistra o di parte di esso abbiamo parlato di come sia ormai appurato che le emissioni di CO2 e di altri gas climalteranti siano la causa degli attuali cambiamenti climatici.
Riprendiamo un attimo l'argomento, così, giusto per rinfrescare la memoria.
Partiamo col primo grafico
Cosa ci dice? Intanto vediamo che l'asse delle ascisse (che è quello delle x, quello orizzontale) è in milioni di anni. Nell'altro asse invece, vediamo la concentrazione della CO2. E quindi in passato la concentrazione della CO2 è stata molto più alta e nel tempo è andata diminuendo. Fino all'era preindustriale. Perché se invece volessimo guardare l'ultimo pezzettino del grafico, gli ultimi anni, vedremmo questo.
Un'aumento repentino negli ultimissimi anni. Fino a 416 ppm (che significa parti per milione, ossia milligrammi per ogni chilo) di CO2 nel 2021. Oggi siamo a 420, cioè il valore più alto degli ultimi 14 milioni di anni!
Un aumento così veloce in tutta la nostra storia (non di noi esseri umani, dell'intero pianeta) non si era mai verificato. E, guarda caso, proprio in questi anni abbiamo emesso quantità enormi di CO2 (e per essere sicuri di fare casino, anche di altri gas climalteranti).
Ma siccome siamo testardi, abbiamo continuato a farlo sempre di più. Guardate qua
Questo nuovo grafico ci dice che considerando tutte le emissioni di CO2 dal 1750 a oggi (anzi, al 2019) il 57% è stato emesso negli ultimi 29 anni!
In pratica siamo riusciti a incidere, significativamente sulla concentrazione di CO2 dell'intera atmosfera. E non possiamo aspettarci che la cosa non abbia conseguenze.
Me il cambiamento climatico è causato dall'attività solare, dicono alcuni (si vabbè, guardiamo anche chi lo dice). E allora vai con un altro grafico.
E' molto facile da leggere. La linea nera è quella dell'irraggiamento solare. La linea gialla è quella dell'innalzamento della temperatura. Quindi la prossima volta che sentite il solito dire "è l'attività solare" sapete cosa rispondere.
Purtroppo la correlazione fra CO2 in atmosfera è ormai sempre più chiara.
Lo so, questo è difficile. Poi nei link in fondo al post trovate anche le spiegazioni. Comunque potete notare che la temperatura in questo grafico ha un andamento molto simile alla concentrazione di CO2 (occhio alle scale, però)
Bene ora che abbiamo un attimo ripreso l'argomento, proviamo a guardare tutta quella CO2 da dove deriva. Perché se ne stiamo emettendo troppa (e mi pare che sia chiaro che lo stiamo facendo), allora sarà necessario intervenire per ridurre le emissioni. E per farlo è indispensabile capire dove andare cercare dove la stiamo emettendo.
Alt. Sento qualcuno che dice "sì, ma la Cina quanto emette?". La Cina emette e anche tanto.
Non c'è dubbio, è tutta colpa della Cina. Vi sfido a trovare il nostro pallino!
Il problema è che non tutti gli Stati hanno lo stesso numero di abitanti. Proviamo a riguardare il grafico selezionando invece le emissione pro-capite.
Sorpresa! I colori dei pallini sono gli stessi di prima, ma le dimensioni sono molto diverse. E qui si vede che il singolo cinese, alla fine, tutta questa colpa non ce l'ha! Anzi, chiamiamo gli abitanti di Palau, che sono solo 17.900 (da non confondere con Palau il comune sardo, che di abitanti ne ha poco più di 4 mila) e diciamo loro di darsi una calmata.
E poi c'è anche il contributo cumulato: cioè non conta solo quanto stiamo emettendo adesso, ma quanto siamo responsabili di quello che è stato emesso fino ad ora.
Ecco, giusto per dare un nome ai responsabili.
Ma torniamo alle nostre emissioni. Da dove provengono? Limitiamoci all'Europa.
E' chiaro che la fornitura dell'energia è in testa, ma notiamo i trasporti. E' una bella fetta, 23,8%. Ma cosa s'intende per trasporti? E' presto detto.
Di quel 23,8%, il 71,7% sono trasporti su strada. E di quel 71,7% il 60,6% viene emesso dalle automobili. Certo, stiamo parlando del 60,6% del 71,7% del 23,8%. Diciamo che si riduce al 10,3%, ma non è mica poco. Certo, si può sempre dire che si potrebbe anche fare altro, ma sappiamo che noi europei su quel 10% possiamo incidere e lo possiamo fare noi singoli cittadini.
Una delle questioni su cui si sta discutendo di più è l'arrivo sul mercato delle auto elettriche e il fatto che l'Unione Europea su questo stia spingendo molto, avendo approvato il tanto discusso divieto di vendere auto termiche dopo il 2035. In realtà l'UE non ci vuole obbligare ad acquistare auto elettriche, sarà il mercato a dire quali saranno le auto del futuro. E' che fra tutte le tecnologie al momento disponibili, quella delle auto elettriche a batteria sembra quella più avanzata. A proposito di divieto al 2035 immagino abbiate visto tutti questa immagine circolare sui social con una frase del tipo "in blu gli stati che vieteranno le auto termiche al 2035. E niente, fa ridere anche così"
Ecco, sappiate che quell'immagine è parziale e non racconta la verità. Un'immagine che si avvicina di più alla realtà è questa.
Molto diversa, vero? La data magari non è uguale per tutti, ma è evidente che non stiamo parlando solo dell'Europa!
Se vi è capitato di parlare di auto elettriche e dell'eventuale idea di acquistarne una, molte persone vi avranno guardato con stupore e vi avranno fatto notare il problema dell'autonomia. Perché sì, se devi andare da Milano a Catanzaro, che per Google Maps sono 1.166, con l'auto elettrica potresti avere dei problemi e dovresti programmare bene il viaggio per gestire le ricariche. Adesso vi faccio una domanda, facile facile. Ma voi quante persone conoscete che vanno frequentemente da Milano a Catanzaro? Se sono tante, significa che fra i vostri amici c'è una predominanza di rappresentanti!
Qual è la percorrenza media di un italiano in automobile?
Ancora una volta ricorriamo a un grafico.
Sorpresa!
Va bene, l'indagine parte dal 2019 e si ferma al primo semestre 2023, ma a meno che gli italiani non siano improvvisamente diventati dei viaggiatori nell'ultimo anno, gli spostamenti oltre i 50 km (e non stiamo parlando di Milano-Catanzaro, eh!) si assestano fra l'1,8% e il 2,6%!
Ma da questo grafico l'informazione che risulta più interessante è un'altra. Gli spostamenti entro i 2 km sono fra il 28,0% e il 40,3%!!! Non sono neppure spostamenti su scala urbana, sono spostamenti all'interno del quartiere. E a questi si aggiungono gli spostamenti fra i 2 e i 10 km che si assestano fra il 41,4% e il 49,6%. In pratica le nostre città sono piene di automobili che stanno percorrendo dei tragitti che si potrebbero fare comodamente in bicicletta. E non diciamo che ci sono persone che per questioni di salute e/o condizioni fisiche non riescono ad andare in bicicletta, che è certamente vero, ma non saranno tutti quelli che fanno quegli spostamenti lì.
Quindi siamo arrivati a una clamorosa conclusione: la rivoluzione del tutto fattibile non sarebbe tanto il passaggio alle auto elettriche, ma alle biciclette!
Ma la bicicletta la usiamo? Mica tanto. Perché se incrociamo il dato precedente con quello seguente, la situazione è tragica.
Malgrado la tipologia di spostamenti che facciamo in auto siano spostamenti che si potrebbero benissimo fare in bicicletta, se guardiamo quest'ultimo grafico dove l'auto ha le percentuali viole e la bicicletta quelli rosa...
Eh, sì, ma Milano-Catanzaro... Ancora! Allora ecco a voi un'altra sorpresa
Noi italiani percorriamo meno chilometri degli altri! Per forza, ci muoviamo quasi solo dentro le nostre città! Però...
Abbiamo più automobili degli altri. Anche se non si capisce cosa ce ne facciamo.
Il dato di due grafici prima era la percorrenza media di ogni automobile. Ora guadiamo la percorrenza media pro-capite...
Un italiano fa in media 6.880 km l'anno. E quindi i 1.166 km fra Milano e Catanzaro mi sa che non li fanno in tanti.
Questo non so quanto lo vediate senza ingrandirlo, ma è altrettanto interessante.
Le varie righe corrispondono alle nazioni europee. La parte verde è la percentuale di auto elettriche vendute, mentre la parte rossa è la percentuale di auto termiche nel 2023. Si va dalla Norvegia (82,4% di elettriche) alla Slovacchia (2,7%). La media europea è 14,6%, mentre in Italia siamo al 4,2%. E non tiriamo fuori la storia che col freddo le auto elettriche vanno peggio, perché subito dopo la Norvegia troviamo l'Islanda (50,0%), la Svezia (38,7%), la Danimarca (36,3%) e la Finlandia (33,7%). O i nordici sono impazziti, oppure tutti si problemi col freddo evidentemente sono gestibili.
Sì, ma per fare le auto elettriche servono i metalli rari che sono nelle batterie e poi c'è il cobalto. Posto che i metalli rari sono in tutte le attrezzature elettroniche, pc, tablet, smartphone, per cui il problema non sono le sole auto elettriche, il cobalto sta diventando una barzelletta. Ormai le batterie delle nuove auto elettriche sono LFP, litio-ferro-fosfato, il cobalto non c'è più! Cobalto che, invece, si usa nella raffinazione del petrolio...
Ma se fai funzionare un'auto elettrica con l'elettricità prodotta col petrolio cosa cambia? E poi, per fare un'auto elettrica serve più energia che per fare un'auto termica. Anche qui guardiamo i numeri.
Non è facile fare dei calcoli di questo tipo, perché dipende anche dove le auto vengono prodotte e qual è il mix energetico in quegli stati. Comunque se applichiamo la cosiddetta analisi del ciclo di vita, vediamo che la differenza di CO2 equivalente emessa fra auto termiche ed elettriche è chiaramente a favore delle seconde.
Per concludere, non dimentichiamoci che non c'è solo il problema della CO2, ma anche quello dell'inquinamento atmosferico. Altro problema che potremmo almeno in parte risolvere sia con le auto elettriche, sia, ancora di più, smettendo una buona volta di usare le automobili per fare 2 km.
In Italia il PM2,5 causa 140 morti al giorno. Considerato che i morti sul lavoro sono 3, 140 è un numero inconcepibile!
Queste sono le morti premature causate dal PM2,5 in Europa nel 2020. Inutile dire che più il colore è scuro, più è alto il numero di morti. Certo, le polveri sottili derivano principalmente dal riscaldamento degli edifici (44% del PM10 e 58% di PM2,5), ma anche industria al secondo posto e trasporto su strada al terzo fanno la loro parte. Il trasporto su strada è invece al primo posto (37%) nell'emissione di ossidi di azoto, responsabili della morte di 11.300 persone in Europa nel 2021.
Per chi vuole approfondire, qui è possibile trovare tutti i siti da cui sono stati recuperati i grafici e le informazioni che vedete in questo post.
Sulla concentrazione di CO2...
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