HERA è sempre più una finanziaria che delega i servizi
Le gravissime disfunzioni sulla raccolta dei rifiuti nella città di Ravenna si stanno ripercuotendo anche in provincia. Anche Lugo, ad esempio, ha le campane per la raccolta della plastica intasate e contornate da rifiuti abbandonati che creano situazioni di degrado.
A cosa è dovuto questo?
La principale causa di questo non è solo il passaggio di consegne nell’ambito del subappalto tra una ditta e l’altra, ma soprattutto il fatto che HERA ha affidato all’esterno l’intero servizio di raccolta tenendo per sé solo lo smaltimento ed il profitto, come dimostra il fatto che la gara per il subappalto sia di 41 milioni e mezzo a fronte di un costo complessivo del servizio di poco oltre sessanta milioni.
Non solo: le gare di subappalto vengono svolte usando anche la procedura del massimo ribasso, oggi proibita dal nuovo Codice degli appalti appena approvato a livello nazionale, trascurando la qualità del servizio e mirando unicamente al profitto.
HERA si sta trasformando da azienda di servizio a società finanziaria che delega all’esterno gli aspetti operativi del servizio che dovrebbe svolgere per mandato e contratto con i Comuni.
Le conseguenze sono:
un servizio sempre più scadente a danno dei cittadini
peggioramento delle condizioni operative ed economiche dei lavoratori coinvolti
un incremento complessivo dei costi del servizio che si ripercuote nelle bollette pagate dagli utenti
Ricordiamo due capisaldi sanciti dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato (Antitrust) della concorrenza nel Libro bianco sui servizi uscito da pochi mesi:
occorre separare nettamente la fase della raccolta dalla fase dello smaltimento affidandoli a due soggetti diversi
l’affidamento della raccolta non deve superare la durata di cinque anni sia nel caso di procedura a gara sia nel caso di affidamento in house poiché questi sono i tempi necessari per l’ammortamento di mezzi ed attrezzature
i bacini di raccolta debbono essere contenuti in una dimensione tra i trenta ed i centomila abitanti; la provincia di Ravenna dovrebbe essere divisa, pertanto, in quattro bacini: Ravenna città, Comune di Cervia, Comprensorio faentino e Comprensorio lughese.
Quanto sta succedendo dimostra che i tempi sono maturi per un’affidamente del servizio di raccolta a società totalmente pubbliche poichè non può che essere un’azienda pubblica a gestire in proprio il servizio sotto la guida diretta dei Comuni attraverso un percorso partecipato con la popolazione, ossia in house.
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