mercoledì 6 gennaio 2021

Deliri climatici


Probabilmente perché siamo tutti in ferie, ma forzatamente chiusi in casa, causa pandemia Covid-19, in questo periodo di festività natalizie e di fine anno, molte persone si sfogano su Internet e nei social è possibile leggere post di tutti i tipi.
Alcuni sono simpatici, alcuni sono ironici. Alcuni sono anche insolitamente ispirati e quasi si filosofici.
Alcuni, invece...
Casualmente che mi sono imbattuto in questo.


Per pietà ho cancellato l'account di chi l'ha scritto.
A seguire un serie di commenti di questo tenore...
"Altro che miglior regalo di compleanno per Gretina!", "Adesso che dirà il grande Mario Tozzi? Pagato bene anche lui", "E' quello che hanno sempre raccontato, senza contradditorio", "e adesso chi glielo dice ai gretini?", "Dietro il racconto catastrofico ed ecologico c'è una gran truffa che va a braccetto con Covid. Hanno un obiettivo ben preciso", "Quest'anno le scie chimiche non sono state sparse ed il tempo è tornato normale".
E qui mi sono fermato, perché ha iniziato a venirmi il voltastomaco.
Quando leggo queste cose, avendo una laurea in scienze ambientali in tasca e aver trascorso anni a studiare la climatologia e la chimica e la fisica dell'atmosfera all'università, mi sanguinano gli occhi e anche il cuore.
Nulla contro i laureati in Internet, ma c'è un limite a tutto.

Intanto chiariamo che meteorologia e climatologia sono due cose profondamente diverse.
La meteorologia si occupa dello studio dei fenomeni atmosferici nel brevissimo periodo ed è in grado, ad esempio, di fare delle previsioni. Tuttavia si tratta di previsioni che, per avere una relativa certezza, non possono andare oltre i fatidici 3 giorni. Perché?
Perché per determinare il tempo atmosferico di una certa zona occorre considerare innumerevoli variabili. Talmente tante da dare origine a sistemi di equazioni che non possono essere risolti in maniera certa e implicano l'utilizzo della cosiddetta matematica del caos. E' possibile fare delle previsioni, per cui si può dire, con un certo margine di sicurezza, quanti gradi ci saranno questa sera su una certa città e se pioverà o meno. Il margine di sicurezza diventa sempre più grande se si vuole fare una previsione che si allontana nel tempo e a un certo punto, diciamo convenzionalmente dopo 3 giorni, non si parla più di previsione, ma di tendenza.
La climatologia, invece, si occupa degli stessi fenomeni, ma nel medio e nel lungo periodo. A un climatologo importa poco se sopra casa sua oggi piove o meno e se ci sono 3 o 15°C. Ma se per tutto l'inverno non piove o non nevica oppure se la temperatura, nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio non scende mai sotto i 10°C, quando normalmente andrebbe sotto zero più volte, sì, eccome.
Sono proprio due cose diverse.
Non è che non piove per tre giorni e allora c'è il problema siccità, poi piove per un giorno e il problema siccità non c'è più.

Il cambiamento climatico non è un'opinione!
Si può discutere su tutto. Eccome se lo si fa. Siamo, almeno qui in Italia, in una democrazia, malgrado qualcuno voglia sostenere che non lo siamo più.
Però possiamo discutere su quale giocatore l'allenatore della nazionale di calcio debba schierare come prima punta. Mancini deve scegliere Immobile o deve scegliere Belotti? Potremmo riempire ore e ore di dibattiti con questo dilemma e potrebbero partecipare alla discussione sia esperti di calcio, sia semplici tifosi.
Meno prosaicamente potremmo discutere sul fatto che la sanità o la scuola o la gestione dell'acqua debbano essere pubbliche o private. Ci sono correnti di pensiero diverse e anche correnti di pensiero intermedie. Diciamo che dietro una certa visione piuttosto che l'altra ci stanno diversi pensieri politici.
Ma siamo sicuri che si possa discutere di cambiamenti climatici così come si può discutere di Immobile o Belotti?
Certo che si può discutere, la scienza discute su tutto. Anzi, la scienza mette in discussione tutto. Teorie scientifiche che vengono ritenute valide da decine di anni possono essere smentite e riviste. Certo, col metodo scientifico, ma comunque può accadere. Ma se c'è un argomento che oggi vede ormai allineati tutti gli scienziati o almeno la stragrande maggioranza di essi, è proprio il cambiamento climatico in atto e la sua causa antropica. In passato si è discusso a lungo, ma ormai tutti o quasi si sono allineati nella stessa posizione, anche perché sono i dati, sempre più disponibili, a dimostrarlo. Certo, qualcuno che lo nega c'è ancora (se vogliamo, c'è qualcuno che sostiene praticamente ogni cosa!), ma si tratta per lo più di scienziati che non sono climatologi (e in alcuni casi non sono nemmeno scienziati, per la verità...).

Che ci sia il cambiamento climatico e che la causa siano le attività umane, non lo dice Greta Thumberg!!!
I negazionisti del cambiamento climatico da un po' di tempo si stanno scatenando contro Greta Thumberg, come se la tesi dei cambiamenti climatici l'avesse prodotta lei.
Ma siamo sicuri?
Sicuri, sicuri?
Perché Greta Thumberg è una ragazza svedese che ha appena compiuto 18 anni e che dall'età di 15 anni ha iniziato a fare delle manifestazioni in favore dello sviluppo sostenibile, prima in Svezia, poi, diventata un'icona generazionale, un po' in tutto il mondo.
E' un'attivista, non una scienziata.
Una ragazza che semplicemente ha letto cosa dicevano gli scienziati in merito ai cambiamenti climatici (basta leggere il sito dell'IPCC, Intergovernmental Panel on Climate Change, https://www.ipcc.ch/, il gruppo di lavoro fondato dalle Nazioni Unite, dall'Organizzazione Meteorologica Mondiale e dal Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente nel 1988. Il vostro browser probabilmente vi tradurrà anche il sito in italiano) e si è chiesta perché i governanti non li ascoltassero.
Perché se si legge quello che dice l'IPCC, non c'è da stare tanto tranquilli. Anche se in questi giorni in Austria o sull'Abetone sono venuti 2 metri di neve.

E niente. Io continuo a indignarmi e a cercare di spiegare, ma l'ignoranza ha sempre nuovi entusiasti proseliti.

Gian Luca Baldrati

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