Premesso che, per ovvie necessità di riservatezza, dato che siamo di fronte a questioni con possibili risvolti penali, non potremo fornire tutte le informazioni di cui siamo in possesso, cercheremo comunque di fare maggior chiarezza in merito.
Il Comitato C.A.S.T.A. dopo attente valutazioni ha scelto di intraprendere la via dell’Esposto alla Magistratura e non il ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (TAR). Questa decisione mira ad ampliare le possibilità di fermare il progetto del Matrix, visto che l’azione attraverso il TAR è stata parallelamente intrapresa da alcuni esponenti del mondo agricolo ed agroalimentare, da noi sensibilizzati sulle problematiche legate alla lavorazione del Matrix, che si sono sentiti direttamente coinvolti dalle eventuali ripercussioni. Oltre a ciò (e per noi principale motivo) le esperienze avute in passato con il TAR, quando agimmo nei confronti della centrale Unigrà, ci hanno portato a non serbare la benché minima fiducia in tale organismo. In quella occasione, infatti, il nostro ricorso fu rigettato con motivazioni argomentate in modo a dir poco pressapochista e superficiale, tanto da far dubitare che il ricorso fosse mai stato realmente letto. Il collegio giudicante arrivò a confondere i megawatt termici con quelli elettrici, distinzione fondamentale al fine di classificare correttamente la portata della centrale, che, come impianto di grandi dimensioni era in contrasto con la programmazione provinciale. Ancora, venne preso per buono lo Studio di Impatto Ambientale dell’azienda, che dichiarava una capacità di abbattimento del sistema filtrante dell’80% delle polveri ultrafini (PM2,5) quando, la nostra perizia tecnica, metteva in evidenzia come non esistesse una tecnologia che potesse produrre un tale risultato (appena la centrale iniziò a funzionare si rese infatti palese che le emissioni reali erano superiori di ben cinque volte quelle dichiarate). È comprensibile quindi, non avendo nessuna intenzione di sprecare ulteriormente tempo, energie e risorse economiche, la motivazione che ci ha indotti ad optare per un’altra via, l’Esposto alla Magistratura, consigliati in questo anche dal nostro avvocato di fiducia.
Così, l’8 agosto del 2014 abbiamo inoltrato, tramite il Comando della Stazione dei Carabinieri di Conselice, un Esposto alla Procura della Repubblica di Ravenna, ritenuta principalmente competente in virtù delle varie ipotesi di reato ambientale, pur se presenti anche ipotesi di irregolarità amministrative, per le quali la competenza sarebbe stata invece della Procura di Bologna, a fronte di un’autorizzazione regionale rilasciata per il progetto Matrix. Per tale esposto abbiamo affidato le perizie a professionisti di indubbie capacità: per la perizia tecnica al dott. Marco Stevanin dello Studio Terra di S. Donà del Piave, già membro della Commissione VIA/VAS del Ministero dell’Ambiente e per la perizia medica, a membri dell’Associazione Italiana Medici per l’Ambiente (ISDE), quali l’oncologa Patrizia Gentilini, attiva da anni in Romagna in tutte le battaglie contro inceneritori e centrali elettriche termiche volute dai nostri amministratori, il dott. Agostino di Ciaula, che ha relazionato in Parlamento contro l’ILVA di Taranto e il dott. Ruggero Ridolfi, noto oncologo forlivese che fra l’altro ha ricoperto ruoli dirigenziali all’interno dell'IRST e che abbiamo avuto il piacere di conoscere a Conselice, assieme a Marco Stevanin, in una delle affollate assemblee pubbliche da noi organizzate con il sostegno del comitato NO MATRIX.
In data 28/11/2014 abbiamo poi prodotto una prima integrazione ed infine il 5 agosto anno corrente una seconda integrazione.
Di fronte al nostro esposto , la Magistratura, dopo averne presa visione , può decidere per l’archiviazione (previa richiesta ufficiale, notificata, che può essere da noi contestata entro 10 giorni dal ricevimento) oppure per indagare dando eventualmente luogo a procedere. A tutt’oggi non risulta l’archiviazione e questo ci lascia ben sperare.
Un grazie particolare va ai ragazzi/ragazze del “Cuscinetto” di Lavezzola che sono stati determinanti nella la raccolta fondi per il contributo alle spese sostenute per l’esposto, nonché a tutti i cittadini che hanno dato il loro contributo.
Il Comitato C.A.S.T.A., come pure Legambiente, l’ Eco Istituto di Faenza, i Medici per l’Ambiente (ISDE) Forlì e l’ Associazione Comitati Forlì, a suo tempo hanno sottoscritto le osservazioni presentate in Regione dai VERDI, il ché è valso a bocciare il primo e ben più impattante progetto Matrix, che prevedeva lavorazioni e stoccaggio all’aperto.
Tutto ciò è cosa nota, ma ribadirlo male non fa, in quanto sulla vicenda Matrix tanti hanno colpe, e tanti l’hanno cavalcata per opportunismi vari, quando già vi era l’autorizzazione. Da ricordare che non basta fare la buona battaglia, bisogna farla al momento giusto ed il momento giusto era prima dell’autorizzazione e che si pecca egualmente sia per atti che per omissioni e più che mai per disonestà intellettuale.
Passando ad altro, cosa dire del fatto che sia stato nominato direttore dello stabilimento OdA di Conselice il sig.Rossi Maurizio, che si badi bene non è un emerito sconosciuto, ma uno che ha rivestito cariche amministrative importanti come quelle di Direttore Generale del Comune di Cervia e di Alfonsine retti da maggioranze PD? Con la presenza di Baroni, ex dirigente del Settore Ambiente della Provincia di Ravenna, come tecnico di HERA alla Conferenza dei Servizi che ha valutato il progetto Matrix, si compone una parte del puzzle delle connessioni fra politica ed affari in questa vicenda.
Ed infine, ancora, cosa dire dei continui rinvii della sentenza del TAR? Non aveva il Consiglio di Stato richiesto di pervenire in tempi brevi ad un giudizio di merito? A chi giova tutto questo? Evidentemente ad OdA, che ha così modo di sanare una grossa irregolarità, quella dell’ autorizzazione sismica, non coerente con il progetto autorizzato.
Se il TAR avesse espresso un giudizio di merito a febbraio avrebbe avuto le mani legate e non avrebbe potuto far altro che accettare le istanze dei ricorrenti, anche solo per la questione sismica. Adesso è libero da questo lacciuolo. Le azioni non vanno giudicate dalle intenzioni che le promuovono, ma dai fatti che producono, quando questi siano prevedibili. Ed era prevedibile che, rinvio dopo rinvio, si sarebbe dato modo ad OdA di procedere con i lavori, di tamponare le irregolarità e di dare inizio all'attività prima della sentenza del TAR.
Marta Rambelli
Luciano Lama
(Comitato C.A.S.T.A.)
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