Intervento di Gabriele Serantoni per i Verdi di Lugo alla Marcia per l'Ospedale di Lugo che si è tenuta sabato 18 luglio.
Oggi ci troviamo a manifestare in difesa dell'Ospedale di Lugo sull'onda emotiva della recente chiusura della degenza H24 di Pediatria. In realtà la degenza di Pediatria, anche se è stata chiusa formalmente poco più di un mese fa, già da alcuni anni è stata smantellata.
Ma quello che questa mobilitazione non deve ignorare è la trasformazione che l'Ospedale di Lugo sta subendo e che è partita parecchi anni fa. Prima ancora del famigerato Decreto Balduzzi del 2013. E' una trasformazione che ha radici ben più antiche e profonde. E' una trasformazione che riguarda l'intero Servizio Sanitario Nazionale e, nello specifico, il nostro Servizio Sanitario Regionale.
Si tratta di una trasformazione che diversi organismi internazionali, da 10 e anche più anni, hanno richiesto all'Italia in merito alla gestione dei servizi pubblici, non sonl quello sanitario e che prevede sempre più l'ingresso di aziende private. E' quindi una trasformazione che mira a destabilizzare e demolire la sanità pubblica, che nella nostra Regione, seppur fra mille ovvi problemi era ancora gestita da un ottimo servizio pubblico e che invece sarà sempre più legata a logiche imprenditoriali e di profitto.
E' all'interno di questo schema, quindi, che occorre leggere tutto quello che sta accadendo all'Ospedale di Lugo, con la progressiva eliminazione di reparti specialistici e la riduzione di servizi. E' in quest'ottica che ci dicono che le risorse non ci sono, però le risorse per le strutture private si trovano. Non è più possibile avere in provincia 3 ospedali dello stesso livello di quello di Ravenna e quindi la maggior parte dei servizi specialistici sono stati trasferiti da Lugo e Faenza, strutture decentrate, a Ravenna. Eppure Lugo non è più decentrato quando occorre foraggiare una struttura privata che si trova a Barbiano e che gestisce servizi specialistici in convenzione con l'AUSL. Anziché dirottare ingenti risorse economiche su strutture private (con il paradosso che noi ci troviamo con un ospedale pubblico che viene smantellato e, a pochissimi chilometri, uno privato che, anche grazie agli accordi col Servizio Pubblico viene ampliato!), non si potevano investire i soldi pubblici su una struttura pubblica?
E', sempre in quest'ottica, che, ad esempio, all'Ospedale di Cervia, ormai ridotto a una struttura che eroga servizi in regime ambulatoriale e conserva un'unica degenza H24 (una lungodegenza) l'intera Radiologia, che è interna alla struttura ospedaliera, è stata appaltata a un'azienda privata.
Noi Verdi ci siamo sempre battuti per la difesa dei servizi pubblici, non solo quello sanitario. Già durante i referendum del 2011, anche se a quei tempi si metteva l'accento soprattutto sulla gestione dell'acqua, la volontà popolare fu piuttosto chiara in merito a come si voleva slegare questo tipo di servizi dalle logiche del profitto.
Nel giugno del 2013, con le prime avvisaglie della nascita dell'AUSL della Romagna, operazione che, sempre sulla linea della trasformazione del servizio sanitario pubblico, ha portato alla nascita di un enorme carrozzone, i cui risparmi sono tutt'ora da dimostrare, noi Verdi denunciammo ciò che sarebbe accaduto all'Ospedale di Lugo. La politica colpevolmente non ne parlava. Non ne parlava perché molti non sapevano e chi sapeva preferiva non spiegare ai cittadini quali erano le intenzioni della Regione. Ai tempi molti ci accusarono di aver inventato un caso che non esisteva, ma noi, testardi, continuammo a informare la cittadinanza.
Grazie a questo allarme l'Ospedale di Lugo entrò, nel 2014, nella campagna elettorale. Diversamente nessuno ne avrebbe parlato. Questo è l'aspetto ancora più grave, il silenzio della politica. Il Servizio Sanitario è, per ora, ancora un servizio svolto da enti pubblici, è di proprietà dei cittadini e sviene svolto in favore dei cittadini. Se gli amministratori decidono di cambiare il modello di Servizio Sanitario, non è il caso che i cittadini vengano informati?
Noi Verdi, già dagli anni ottanta, mettevamo in guardia dal rischio dell'incremento dell'effetto serra e del cambiamento climatico. Per questo siamo stati derisi e bollati come catastrofisti, un po' come alcuni hanno fatto sulla questione dell'ospedale.
Ora le ondate anomale di calore, come quelle attuali in Italia, i fenomeni meteo sempre più estremi come trombe d'aria, bombe d'acqua, alluvioni... portano il cambiamento climatico a bussare alla nostra porta.
Se non passiamo in fretta da una economia e società basata su fonti fossili ad energie rinnovabili non riusciremo ad arrestare il cambiamento climatico e le sue disastrose conseguenze sulla vita di tutti.
Anche e soprattutto questo significa salute e prevenzione. Quella prevenzione primaria che sta alla base della nostra proposta politica...
Oggi, sono trascorsi più di due anni dalla nostra prima denuncia, tutto quello che avevamo previsto si è avverato o si sta avverando (Oculistica, Senologia, Cardiologia, tanto per fare qualche esempio) e la recente chiusura di Pediatria ne ha fatto prendere coscienza anche a chi inizialmente non credeva.
Abbiamo anche raccolto, a più riprese e con la collaborazione di numerosissimi cittadini, quasi 10.000 firme poi consegnate alla Regione. Ci hanno risposto che il depotenziamento non era in atto e che avrebbero potenziato altri reparti. Oggi la realtà è ben diversa.
Con la scusa della necessità di avere elevati livelli di cura per patologie specialistiche, rischiamo di perdere l'ospedale che storicamente serve il nostro bacino anche per patologie ordinarie.
E' evidente che è economicamente impossibile avere in ospedali che distano l'uno dall'altro 20-30 chilometri tutti i servizi specialistici possibili E' evidente che a Lugo non avremo tutto, come anche a Ravenna non ci sarà tutto, ma quello su cui noi Verdi vogliamo porre l'attenzione è questa domanda: cosa ne vogliamo fare dell'ospedale di Lugo?
Nella Bassa Romagna un tempo esistevano tanti piccoli ospedali, come Massa Lombarda, Fusignano, Conselice, Bagnacavallo, ecc., che a un certo punto si decise di chiudere (per quanto riguarda le degenze H24) per potenziare, invece, quello di Lugo. Ora scopriamo che quell'investimento, nel lungo periodo, fu sbagliato, dato che adesso l'indirizzo è di potenziare quello di Ravenna, togliendo servizi a Lugo e Faenza.
Così come scopriamo che per risolvere i mali dell'Ospedale di Lugo serve una Casa della Salute. La Casa della Salute è uno strumento utile per quei territori che non hanno strutture sanitarie, ma a Lugo, dove abbiamo già (o è meglio dire “abbiamo ancora”) un ospedale? Perché, anziché investire in una nuova struttura, che non si sa se sarà a fianco del PalaBanca o a Madonna delle Stuoie in un'area che dovrà essere acquistata o in un altro posto ancora, non potenziamo il Pronto Soccorso esistente incrementando l'organico? Invece, malgrado l'Assessore Regionale alla Sanità Lusenti abbia promesso, prima delle ultime elezioni, che il Pronto Soccorso di Lugo sarebbe stato potenziato, oggi vediamo che la situazione resta immutata: manca personale infermieristico e medico e anche chi c'è è costretto a turni massacranti.
Oggi siamo lontani dalla campagna elettorale, dato che è trascorso ormai più di un anno e siamo lontanissimi dalla prossima, quindi non serve urlare per raccogliere voti, ma serve agire. In questo anno, cosa è stato fatto? Sono state fatte azioni (che furono promesse) per difendere l'Ospedale di Lugo oppure si è perso tempo?
Il Sindaco di Lugo e gli altri Sindaci della Bassa Romagna hanno un'idea sull'Ospedale di Lugo o accettano le decisioni che vengono dall'alto così come sono?
Vogliamo o no informare e, magari, coinvolgere la cittadinanza sulle scelte che riguardano la trasformazione del nostro Servizio Sanitario?
Singolare la presenza di Verlicchi della lista "Per la buona politica" (si fa per dire...) alla manifestazione. Quel Verlicchi che non può che rappresentare il mondo dell'imprenditoria privata della sanità.
RispondiEliminaQuello stesso Verlicchi che nei documenti che presenta e nei suoi interventi cita sempre le cliniche private.
Quel Verlicchi al quale, alla fine, il piano regionale va più che bene.
Bene ha fatto Serantoni a porre l'accento alla questione della trasfomazione del servizio sanitario in un serivizio sempre più privato.
Certo la demagogia ed il trasformismo imperano. Esponenti della sanità privata convenzionata come possono difendere un ospedale pubblico?
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