Respinto il Ricorso al TAR. Che la cosa sarebbe finita così l'avevamo già capito e messo nero su bianco. Stava scritto nei continui rinvii del Collegio giudicante che hanno permesso ad OdA di sanare prima della sentenza, ma ciò va poi verificato, una grossa irregolarità come quella dell'incoerenza dell'autorizzazione sismica.
Tutte le altre questioni, da un punto di vista di regolarità dell'iter autorizzativo erano più facilmente superabili, infatti il TAR le liquida in quanto, dice, tutte le problematiche sollevate dai ricorrenti sono state ampiamente trattate dalla Conferenza dei Servizi durante la V.I.A., non sussistono quindi rischi. Non ci sono per il mondo agricolo, in quanto il proponente stesso afferma nel suo rapporto ambientale che “non si rilevano significativi impatti connessi all'esercizio dell'impianto”. Non ci sono per la salute in quanto sono state adottate “le migliori tecnologie possibili”, era successo così anche con la centrale Unigrà, salvo poi che la Regione, a motori accesi, senza neanche aprire una nuova V.I.A., autorizzò un aumento del 500% delle emissioni. Non c'è rischio di allagamento in quanto gli strumenti di pianificazione di Regione, Autorità di Bacino del Reno e Comune di Conselice non contemplano che il sito sia allagabile e nel caso ciò accada si potrà sempre rimediare. Non ci sono rischi perché sono ammessi in impianto solo rifiuti pericolosi con caratteristiche di pericolosità H4 e H8 e non H14, si vedrà come ciò sarà possibile dato che anche dalle omologhe dei rifiuti allegate da OdA al progetto questi hanno quasi tutti caratteristica di pericolosità H14, il ché porterebbe a classificare il sito OdA come “Insediamento a Rischio di Incidente Rilevante” con tutto ciò che ne segue. Ed infine non ci sono rischi perché l'impianto sarà costantemente monitorato dalle autorità competenti.
Il TAR d'altronde è un tribunale amministrativo, non entra nel merito delle questioni, valuta che le cose siano scritte come vanno scritte, ma questo non vuol dire che poi così andranno. Su questa parte delle motivazioni della sentenza è meglio stendere un velo pietoso, quello invece su cui non si può stendere nessun velo sono le motivazioni a conclusione la 16 e la 17. La numero 16 recita testualmente".....il ricorrente pretende di sostituire, in sostanza, le proprie valutazioni a quelle di merito effettuate dalle amministrazioni nell'ambito del complesso ed articolato modulo procedimentale della conferenza dei servizi", ne segue la 17 che così recita, "Per tali ragioni il ricorso va respinto". Il collegio giudicante cioè fra le altre motivazioni, respinge il ricorso in quanto non è ammissibile che qualcuno possa sostituire le proprie valutazioni a quelle delle amministrazioni. Ma allora cosa ci sta a fare il TAR?
Nulla e la conferma di ciò la troviamo nella motivazione 13.2 che così recita “......le valutazioni investono la discrezionalità amministrativa e non sono sindacabili in questa sede di legittimità”. In parole povere il TAR afferma che la propria non è la sede giusta per sindacare sulla legittimità delle valutazioni delle amministrazioni.
Bene ha fatto allora il C.A.S.T.A. con l'esposto alla Magistratura. Il TAR andrebbe abolito, si eviterebbe perdita di tempo e di denaro. Hanno trionfato gli interessi politico affaristici, hanno trionfato gli interessi, basati solo sul profitto, di HERA che non potrebbe altrimenti continuare nella sua politica di incenerimento dei rifiuti. Ha trionfato il garantismo a senso unico dei nostri amministratori verso l'azienda e non verso la cittadinanza. Il percorso politico è da tempo fallito, nonostante continui il teatrino di Rifondazione, che a suo tempo ha approvato il progetto, e quello della Lega e del M5 Stelle che il progetto se lo sono lasciato sfilare sotto il naso quando potevano fare qualcosa e ora in cordata chiedono la riapertura di quella VIA negata alla nostra amministrazione comunale, quando ancora poteva essere in dubbio la sentenza della giustizia amministrativa.
Come è possibile anche solo pensare che la Regione lo faccia ora che il TAR ha legittimato l'autorizzazione esponendosi al rischio certo di richiesta danni per svariati milioni di euro da parte di OdA? Se i ricorrenti al TAR decideranno di non appellarsi al Consiglio di Stato, rimarrà quindi un'ultima e unica barricata quella dell'Esposto alla Magistratura del Comitato C.A.S.T.A.
Nella sentenza del TAR comunque vi sono alcune affermazioni importanti su due prescrizioni, verificato il rispetto o meno delle quali si potranno perfezionare nuove integrazioni all'esposto.
Luciano Lama (Esecutivo provinciale Verdi)
Geminio Zaccherini (Portavoce Comitato C.A.S.T.A.)
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