Con un po' di ritardo pubblichiamo il nostro comunicato stampa del 12 dicembre scorso, che tanto ha fatto arrabbiare il Sindaco di Lugo.
Cacciato dalla porta a furor di popolo, il famoso progetto delle betulle, seppur pagato dai contribuenti, è rientrato dalla finestra con questo discutibile arredo urbano fatto di collinette di ghiaino color ocra e alberi in vaso (ma ci saranno?).
La scelta di intervenire sulla piazza del Pavaglione così pesantemente, quasi fosse un luogo degradato meritevole di riqualificazione urbana, ha fatto dimenticare volutamente che il ruolo prioritario e originale della piazza è legato al suo ruolo fondamentale: essere la sede ideale e storica per manifestazioni all'aperto quali il mercato, il palio, la fiera biennale dell'artigianato, spettacoli, concerti, etc.
La pesantezza e artificiosità, ripetiamo, dell'intervento costituito da collinette di ghiaino color ocra, panchine squadrate a forma di parallelepipede, evocano scenari desertici che stridono con il disegno originario che avrebbe voluto essere quello di attrarre e aggregare i cittadini con un improbabile “giardino incantato”.
L'unico albero che potrebbe avere l'onore di una presenza, seppure in vaso, è il gelso, come citazione del mercato per cui è nato e si è sviluppato il Pavaglione.
Completamente fuori contesto, inoltre, i lampioni a stelo che troviamo inutili e invadenti, particolarmente durante il giorno.
A questo punto brilla l'inerzia colpevole della Sovrintendenza che avrebbe dovuto e potuto intervenire trattandosi di un quadriportico settecentesco, universalmente considerato, assieme alla Rocca estense, l'emblema di Lugo, ossia il suo valore identitario.
La Soprintendenza, così severa verso i dehor dei privati, si è dimostrata succube del Comune avallando tutta l'operazione: forte con i deboli, debole con i forti.
Una segnalazione adeguata al Ministero dei Beni culturali, al Fai e Italia nostra, è doverosa.
Altroché valorizzazione della piazza: ci si trova di fronte allo stravolgimento e snaturamento della stessa che dovrà rinunciare alla destinazione per cui era nata.
Senza dimenticare, come insegnano gli urbanisti, che sono i vuoti che valorizzano i pieni, come nel caso del Quadriportico settecentesco, un unicum del suo genere nella nostra regione.
Evidentemente questa lezione a certi architetti, pur premiati e ben pagati, non è giunta.
Ben altri a Lugo sono i luoghi bisognosi di riqualificazione urbana, un esempio per tutti: la centralissima via Garibaldi.
Gabriele Serantoni - Verdi Lugo
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