In arrivo 3 milioni di euro dalla
Regione per allargare la Gardizza. Lo scopo dichiarato sarebbe quello
di decongestionare il traffico e nello stesso tempo aumentare la
sicurezza della strada. Vediamo di capire se ci sono responsabilità
sulla situazione caotica della via e se non ci fossero altre
soluzioni meno impattanti per le tasche dei contribuenti.
I problemi
annosi di viabilità di questo tratto viario hanno il responsabile
primo in Nerio Cocchi e la sua amministrazione che negli anni
settanta facilitarono l'insediamento dell'Unigrà in un'area dove non
c'erano le infrastrutture viarie adatte. Nel tempo il traffico si è
sempre più intensificato e oggi transitano sulla Gardizza migliaia
di autotreni all'anno in entrata ed in uscita dallo stabilimento
Unigrà. La ristrettezza della sede viaria ha imposto la necessità
di rendere la strada a senso unico per i mezzi pesanti. Con l'arrivo
della centrale elettrica dell'Unigrà le cose si sono ulteriormente
complicate per la necessità di trasportare olio combustibile per la
stessa.
L'occasione per risolvere i problemi di traffico sulla
Gardizza fu proprio l'autorizzazione della centrale stessa. Dato che
il Piano di Risanamento della Qualità dell'Aria della Provincia
imponeva non ci fosse un peggioramento della situazione, a titolo di
compensazione delle massicce emissioni della centrale la Regione
prescrisse l'obbligo della realizzazione di un allacciamento
ferroviario per il trasporto su rotaia dell'olio diretto alla
centrale ed in parte anche allo stabilimento. Il binario doveva
essere realizzato entro il 31 novembre del 2009, ma di proroga in
proroga il trasporto su rotaia è ancora lontano dall'essere
attuabile.
La bretella è stata ultimata in aprile 2016, e solo di
recente l'Unigrà ha provveduto a versare a RFI la somma di 700.000
euro per l'attivazione dello scambio ferroviario lungo la Lavezzola
/Conselice. A breve RFI dovrebbe procedere con i lavori. Rimangono
però ancora due problemi e questo al porto di Ravenna. Vale a dire
possibilità di stoccaggio, in quanto il fermo nave ha un costo ed i
tempi per il trasporto su ferro sono più lunghi, e l'allacciamento
alla rete ferroviaria. È di recente la notizia che l'Unigrà ha
avuto in concessione una banchina al porto su cui realizzerà i silos
per lo stoccaggio, i lavori dovrebbero terminare entro l'estate 2018.
Del raccordo della banchina con la rete ferroviaria, che mi si dice
essere distante 300/400 metri invece non se ne sa nulla.
Regione e
amministrazione comunale dovevano pretendere il rispetto di questa
prescrizione, il che avrebbe reso superfluo l'oneroso progetto di
allargamento della Gardizza. Invece il responsabile regionale della
VIA ebbe a dire che una prescrizione non va intesa come un vincolo,
bensì come un auspicio, mostrando di non conoscere l'italiano ed il
nostro sindaco, in una lettera inviata all'assemblea della
confindustria di Ravenna del 2014, lamentava che fosse stata imposta
all'Unigrà la realizzazione della bretella ferroviaria per il
trasporto su rotaia e invece non si fosse pensato all'allargamento
della sede stradale esistente, mostrando di non conoscere ciò che
stava dietro a tale prescrizione e il suo carattere di
obbligatorietà.
Luciano Lama (Esecutivo Verdi Ravenna)
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